giovedì, dicembre 20, 2012

I 5 peggiori regali di Natale al tempo della crisi



Seppur in tempo di piena crisi, qualcuno ci ha insegnato che fermare il mercato è un pericolo. Se non facciamo girare il denaro, finisce che il denaro non ritorna verso di noi. E' un'equazione capitalista piuttosto semplice, i soldi in banca finiscono col creare ragnatele, figurarsi se i soldi li si tiene in casa sotto il mattone. I grandi evasori fiscali devono spesso combattere una strenua ed improduttiva lotta contro la fuliggine. Poveri loro. Ma sto ancora divagando, ed il tema è qui natalizio, quindi inutile parlare ancora di Monti, spread, Berlusconi, primarie, secondarie, terziario in crisi.
Qui vogliamo far luce sull'annoso problema del regalo natalizio, che comincia a procurarci ansie sin dalla visione del primo spot della Bauli in televisione, che generalmente anticipa sempre un po' di più ogni anno che passa. Non ci preoccuperà fra qualche tempo vederlo a settembre inoltrato, così dopo le ansie procurateci dagli spot post-estivi che sponsorizzano collezioni di soldatini, aeroplani, monete d'epoca, navi, animali rari, vasini e pompe di calore, qualcuno ci dirà che dovremo collezionare pandori, panettoni, stelle di natale e palle di natale. Dalle stelle alle palle, appunto.
Dato per assodato che la scamperemo ai Maya, non ci rimane dunque che fare appello al nostro senso di responsabilità e rigore per poter fare degli acquisti orribili (ma originali) da consegnare a parenti, amici e nemici per questo Natale. E che al tempo stesso assolvano al requisito di non mettere le mani nelle tasche (o sotto le mattonelle) degli italiani.
Ed è per questo che ho selezionato 5 prodotti da fini gourmet del regalo che vado a presentare in rigorosa classifica dall'ultima posizione alla prima.



Sulla confezione sta scritto "per veri amanti dei gatti". Certo c'è da capire se davvero si possa amare a tal punto un felino da voler vedere questo grazioso culetto sul proprio frigorifero. Buona notizia: non scoreggiano, almeno non nella versione base.


Altra roba da fini intenditori. Smettiamola di lavarci i denti con questi dentifrici obsoleti, la menta è oramai demodè. Bisogna fare un parallelo con le colazioni internazionali che aggiungono ai vetusti croissant, tutto un universo salato, fatto di affettati, uova al tegamino, würstel, frittate e colon irritati fritti alla fermata del flan. Si sente in definitiva la necessità di rinfoltire i gusti per i lavatori di denti. 
"Caro hai lavato i denti?" 
"Certo, tesoro"
"E da dove viene questo nauseabondo odore di pancetta?"
"Tesoro, sei incontentabile. Ieri non ti andava bene il mio dentifricio aromatizzato con stocco alla messinese, oggi la pancetta, non so più cosa fare con te!"



Terzo posto. Potty putter
Si tratta di una piccola postazione da minigolf che può essere costruita ai piedi del water.
Così recita il breve messaggio promozionale: "Ritorni a casa dopo una lunga giornata lavorativa. I bimbi ti assillano. Moglie si fa i fattacci tuoi, mentre tutto ciò che desideri è far pratica sull'approccio alla buca. Gioca con Potty Putter! È straordinariamente innovativo e ti garantisce il massimo del divertimento da ogni tuo viaggio verso il bagno. Prendine uno per casa, ed un altro per l'ufficio. Finalmente potrai giocare a golf senza tutta quella gente fastidiosa. Il bagno è forse l'ultimo bastione di libertà, non lasciare che qualcuno lo invada!".
A me rimangono solo due piccole perplessità: la prima è che spero tu abbia almeno un secondo bagno, il piano di non lasciare che altri invadano il tuo bastione di libertà per parecchie ore potrebbe innescare qualche acredine familiare. Non so, tipo guerra dei Roses. Il secondo: ti consiglio di non gridare "buca al primo colpo!", la gente facilmente fraintenderebbe.



Fra tutti i libri pubblicata dalla category for dummies questo è forse il più divertente ed al tempo stesso irritante per il suo oscurantismo sessista. Un estratto dal libro: "Una donna dovrebbe aver cura di gestire produttivamente il proprio tempo. Una donna ha circa 8 anni importanti, dai 27 compiuti, età nella quale si può dichiarare matura, ai 35, quando le probabilità diventano sempre più basse. Così, non spender tempo con un uomo che ha paura del matrimonio, mantieni le tue possibilità aperte, uscendo con più persone contemporaneamente, facendo in modo che i maschietti competano tra di loro". Incommentabile.


La palma d'oro virtuale la guadagna questa mutanda "sporca", nella maniera più marrone possibile. Ovviamente si tratta di macchie finte, ma quanto basta per far sì che nessuno voglia metterci le mani dentro e dunque trovarci soldi e o documenti privati che hanno apposito alloggio all'interno della mutanda. La cosa più interessante è che fa così schifo, che spesso anche chi conosce bene l'articolo, l'ha comprato e ci ha messo pure i soldi dentro non ha alcuna voglia di riprenderseli indietro. E' una sorta di black hole che inghiotte ma non restituisce, solo meno poetico.

Bene, appena mi sarà passata la nausea, andrò a carezzare i sederini magnetici di quei micetti tanto graziosi.
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sabato, novembre 17, 2012

Creatività, oggi.


Essere creativi al tempo delle citazioni è davvero dura. Sembra che non si riesca a parlare se non tramite le parole degli altri. Che poi basterebbe citarle in maniera creativa, tutto qui:
"Bisogna avere il caos ed un verme solitario dentro di sé, per partorire una cacca danzante".
Chissà cosa avrebbe detto Nietzsche (contestualmente al suo rotolarsi nella tomba) su questa variazione di tema. 

Creatività è anche dare nuove risposte a vecchi problemi, o inventare nuovi problemi dando vecchie risposte.
L'altro giorno parlavo con una mia cara amica dell'annoso problema della sveglia mattutina. Non ce la faceva proprio ad alzarsi certe volte. Le sveglie, o meglio i telefonini (che hanno oramai sostituto le sveglie classiche) hanno quella fastidiosissima funzionalità che permette loro di cessare di suonare. Un pulsante e click, la sveglia è spenta, tu stai di nuovo dormendo, e tre ore dopo t'accorgi d'esser stato licenziato.
La mia amica (a proposito non farò cognomi, vi posso solo dire che il suo nome fa rima con grAnita) ha avuto un'intuizione assolutamente straordinaria, quasi diabolica. Quella di non svuotare la vescica prima di andare a dormire, e ritrovarsela bella piena la mattina successiva.
Quindi suona la sveglia e tu devi urgentemente andare in bagno se vuoi evitare di fartela sotto, e scansare così un revival bagnato dei tempi della culla. Questa è per me creatività, la sveglia vescica, che potrebbe aprire tantissimi altri scenari, le ciglia degli occhi che in fase di grande seduzione alimentano delle piccole pale eoliche, la rotula che funge da compasso. Ci sarebbe così tanto da fare.

Poi c'è la scrittura, mon amour. Dentro uno scritto tu sei dio, hai la facoltà di creare personaggi che poi magicamente prendono vita. Vi parlo di Ettore. Ettore è un ragazzo di 33 anni di mezza altezza, quindi un quarto di bellezza, stando a quanto si dice in giro. Ettore è impiegato in un'azienda che produce divani in ecopelle. Quando andò a fare il colloquio era ignaro del significato dell'esistenza di questo materiale e mentre aspettava di sottoporsi all'intervista cominciò a declamare ad alta voce "ecopelle figlio di Ecopollo fece un ecopalla di ecopelle di ecopollo". In quel momento fu sorpreso dall'Amministratore Delegato che lo assunse in tronco, senza nemmeno sottoporlo ad un colloquio. 
Ettore amava i film di Totò, le donne in carne, la carne di cavallo. Ed era un gran permaloso. Arrivato a pagina 47 ed avendolo tirato dentro episodi al limite del surreale, come quello in cui durante una pennica illecita su un divano in ecopelle, lui cade giù e si rompe una rotula (che dunque non avrebbe più potuto usare come compasso). Dicevo, a pagina 47 mi si rivolse a tu per tu. "Hai ragione sono permaloso, caro Antonio. Ed ora, e non vuoi che mi metta ad urlare, uno di quegli urli che dura due pagine piene fino all'orlo di vocali maiuscole, GIUSTO? Mi fai prendere 3 giorni di ferie e mi fai incontrare una tipa, una taglia 48, mora, giovane, occhi chiari. Hai capito? Occhi chiari, amicizia lunga."
Sì, perché poi si finisce per diventare amici dei propri personaggi e bisogna anche accontentarli per non correre il rischio che facciano qualche pazzia, che si tolgano la vita prima della fine del romanzo, costringendoti a ricominciare tutto da capo.

Per quanto mi riguarda, e dalla parte del lettore mi son sempre mostrato mostrato un po' snob e di rado ho praticato il principio del "conosci il tuo nemico", così ho sempre evitato accuratamente letture che avrebbero potuto procurarmi tic nervosi, herpes zoster o gonorree variegate. Prendiamo un autore a caso, un Moccia qualunque, che poi vanta milioni di lettori adolescenziali e post-adolescenziali, ha vinto il premio "Torre di Castruccio" nel 2004, e quindi io potrei essere nel torto, nell'avere pregiudizi. Ma non è questo il punto. Se la storia annoia, se ci si trova a combattere con il proprio io per poter continuare a leggere, con un pizzico di fantasia e creatività tutto si può sistemare.
Prendiamo i tre personaggi di 3MSC, un po' acronimo del libro, un po' nave da crociera. Come si chiamano? Babi, Step e Pollo, che già solo i nomi mi stanno sulle balle. Prendiamoli ed anziché calarli nella Roma dei motorini e di Ponte Milvio, li schiaffiamo nella terra di Mezzo di Tolkien. Babi, fighetta che non è altra, è corteggiata dall'hobbit Bilbo Baggins, un hobbit con l'hobby(t) di corteggiare le fighette. Babi è indecisa se far coppia con lui perché se da un lato "Bilbo e Babi" suona davvero bene, dall'altro ha una paura fottuta di cosa avrebbe trovato tra le mutande di Bilbo. Nel frattanto Step, soprannominato così perché amava andare in palestra e fissare i sederi delle orche più disinibite (l'orca troia, starà già pensando il lettore, andando a pescare nella comicità più grassoccia) era uno scostante apprendista mago di Gandalf.
Babi e Step si conoscono al funerale di Pollo, amico di Step, che finisce arrostito dalle fiamme di un Drago delle Brughiere Aride (certo bell'ironia della sorta per un Pollo, quella di finire arrostito). Babi e Step si amano attraverso migliaia di difficoltà ed avventure fantastiche, finché lui non mostra l'Anello di fidanzamento, e lei fugge con Bilbo Baggins, perché l'ha spiato durante una doccia, e s'è accorta d'amarlo alla follia. Step, amareggiato, regala l'anello a Gollum che lo abbraccia commossssso.

Evviva dunque la creatività: chiedo scusa a Nietzsche, a Moccia a Tolkien, ma soprattutto ad Ettore: nonostante le tue desiderata ti ho regalato una tizia bionda, taglia 44, dagli occhi scuri. Ma alla prima cena insieme, consentimelo, non ti ho fatto mancare la carne di cavallo.
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sabato, settembre 01, 2012

Chiavi in mano (Post porno - part IV)


Tanto tempo fa si scriveva sui blog e non ci si faceva tanto caso.
Tutto era sufficientemente unoPuntoZero, al più si metteva un titolo calzante, che il più furbo utilizzava per guidare le visite su argomenti pertinenti. Poi, insomma, è arrivato il 2.0, il web interattivo e compagnia sociale cantando assieme alla febbre delle metriche.
Dove si clicca di più, su cosa si clicca, dove si poggia maggiormente lo sguardo. Come se non bastasse la lezione delle mozzarelle Zappalà, con due tette giganti in prima linea, a farci capire come si calamita con semplicità lo sguardo di un maschio.
Ma davvero, non voglio incenerire anni di studi con le mie considerazioni dozzinali, e per altro sul web la storia è ancora più complessa. 
E così, giusto per menzionarne una, il mondo virtuale DuePuntoZero si è riempito di tag, per riuscire nel compito più difficile della terra: quello di catalogare il web, impresa paragonabile solo alla chiusura lavori sulla Salerno-Reggio Calabria.
Per semplificare, una delle aspettative che si nutre su un sito o blog che si cura personalmente è comunque quella che il pubblico che atterra sui propri lavori (tramite opportune chiavi di ricerca) sia interessato e "targettizzato" in base a ciò che scriviamo. Ma tra le aspettative ed il reale, si sa, il divario è quasi sempre maggiore del previsto.
Ed alla fine ho capito che anche io, pur non volendolo, ho goduto degli effetti del sempreverde successo del porno online. E l'ho scoperto cedendo alla trappola delle web analitics.
E così, scartabellando tra le chiavi di ricerca che hanno condotto degli anonimi visitatori sul mio blog, ho scoperto delle cose piuttosto interessanti. Per semplicità ho diviso le chiavi in tre sottosezioni in ordine crescente di pruriginosità. 
A letto -dunque- i bambini (e non come disse un noto pedofilo "alletto i bambini", trincerandosi dietro un facile fraintendimento).

Per tutti

Ghirigori più o meno virtuosi Qualcuno (son pochi, invero) che centra lo spirito dell'iniziativa.
Ghirigori sobri C'è già remissione. La crisi si fa sentire e si va avanti ad arzigogoli dimessi.
Ghirigori sul piede Feticismo occulto. Si prosegue comunque nel girone del low cost: basta una biro ed un arto inferiore. 
Vescica stracolma. Qui immagino l'autore che sta per farsela addosso, ed anziché fare come i comuni mortali, ossia cercare il wc più vicino e "cambiare l'acqua al pesce", fa ricerche su google nella speranza di trovare un social network di mancati pisciatori per condividere l'esperienza. O al più trovare rimedi efficaci per non spostarsi, come la costruzione di pappagalli artigianali.
Ava come lava social Anche qui si ricercava probabilmente un social network per lavandaie anni '80. Si vorrebbe riempire la lavatrice al suono dei Duran Duran, addobbate con capelli fashion molto cotonati.

Disperati, erotici, stomp (accompagnati da adulti)

Gatto che si strofina i testicoli Questo fantomatico gatto sporcaccione è stato citato in uno dei miei precedenti post sulla scaramanzia, ma mi diverte tanto che qualcuno lo cerchi. E se fosse perché ne è stato avvistato davvero uno? In quel caso il ricercatore  si dovrebbe domandare, per quale motivo il gatto s'è ravanato proprio mentre passava lui.
Nomi di donne con le puppe giganti Alla ricerca dell'ottava (meraviglia) abbondante. 
Cartongesso porno  Nel mio immaginario identifico come un oggetto d'arredamento che divide due o più stanze, istoriate con un Rocco Siffredi che ti guarda con aria maliziosa mentre gusta una patatina.  
Giochi virtuosi porno Molta confusione nell'aria. Eppure il porno virtuosismo potrebbe essere una nuova tendenza. Farlo con la vicina, rimanendo però ognuno a casa propria. Oppure farlo con due gemelle siamesi (auspicabilmente non gatte). E così via.

Solo adulti

Porno cicciononi. Dico, perché? E' un'orgia monogamica. Son due, ma sembran quattro. Carne tremula, tremulo al solo pensierulo.

Ragazze che godono in un sexy shop porno. Una cosa che accade spessissimo, eh. Le donne entrano nei sexy shop e cominciano a godere incontrollabilmente alla sola vista di tutta quella strumentazione godereccia. Maledetta generazione youporn.

Mara Carfagna Porno. lo 0.0001% delle ricerche sulla ex-ministro vertevano sulle sue gesta politiche. Il resto lo immaginate.

Figa e cazzo. Simpatica sit-com con i due organi genitali che battibeccano come fossero novelli Sandra e Raimondo.

E poi una sfilza di: Figa, che figa, cazzo grosso. E chi più ne ha, più ne metta. Battuta pessima, lo so, ma al peggio non c'è mai fine. Ricercare emozioni falliche e finire sul mio blog è di gran lunga peggio, ad esempio: chiedo personalmente scusa a chi ho rovinato una preziosa erezione.

Ah, quasi dimenticavo: Raffaella Carrà, presentissima all'interno dei referral al blog. Lo so, lei non dovrebbe stare nel porno, ma il mito televisivo che ha creato l'inno "com'è bello far l'amore da Trieste in giù" merita questa posizione (non missionaria) di tutto riguardo.

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giovedì, agosto 16, 2012

Tre modi per avere tanti follower di twitter ed essere cool in modo indecente


Stiamo parlando di uno dei temi più bollenti per chi ha un po' di esperienza in ambito di social media. Oggi puoi essere fico quanto vuoi, ma se non hai un account twitter ed un vasto seguito, non sei nessuno. Potresti essere un maestro di wind surf, possedere un fisico oltremodo scolpito, una laurea con master MBA incorporato, ed una villa sul mare a Villasimius, ma la donna che hai puntato potrebbe preferire le occhiaie (dietro gli occhiali) di un gobbuto nerd che ha dalla sua un popolo di 50,000 folloua che seguono i suoi deliri geek.
Puoi giocar pulito e seguire i consigli che trovi scritti, riscritti e copincollati su una vasta quantità di blog, book, e-book, e-zine (che il maledetto correttore automatico mi trasforma automaticamente in ben più appetibili e-zinne, ma questa è un'altra storia che un giorno, forse, vi racconterò). Si tratterebbe dunque di scrivere argomenti rilevanti ad un pubblico affezionato, interagire molto, aggiungere persone che abbiano interessi comuni, esercitare un uso intelligente dei re-tweet e così via. 
Ma questa è la solita pappa, ed io son qui per mostrarvi delle insight alternative in modo da dare un boost deciso alla vostra vita online ed offline.

1) Comprateli a mazzi: ci sono tanti siti che forniscono, previo congruo pagamento, questa tipologia di servizio, a tagli dal numero crescente: 500, 1000, 2000, 5000, 10,000, 50,000, e così proporzionalmente via.
Un giorno ti svegli ed anziché avere 32 follower ne hai 100,032. 
Alcuni obietteranno che questo è proprio il periodo delle polemiche sulla compravendita dei follower: "Beppe Grillo c'ha i follower falsi", "Di Pietro non solo c'ha i follower falsi, ma la mattina c'ha una sveglia dove un coro di finti followers lo elogia applaudendo fragorosamente" e così via. 
La realtà è che bisogna trovare pusher che sappiano il fatto loro, e che certifichino che i follower siano reali, profumino, rispondano al riflesso patellare (gamba che si allunga al colpetto dato alla rotula) e che alla domanda "Credi nella metempsicosi?" non rispondano con "Hi sweetheart, I'm cindy and I'm so weeeeet ;-PP".

2) Create finti profili come se non ci fosse domani. Il lavoro va fatto in maniera certosina ed ogni profilo deve essere verosimile, ed inutile dirlo -dovete amarli tutti come foste voi stessi-. Diciamo che ne create 500, tutti rigorosamente a mano per eludere gli infernali captcha, e ciascuno con la proprio foto profilo, interessi, idiosincrasie, blog personali, e foto di sandali abbandonati sulla sabbia, con effetto seppia di instagram.
E poi, nella sagra del volemose bene, tutti devono aggiungere tutti e cominciare ad interagire in maniera sfrenata.
Alcuni, per interessi divergenti, devono essere pronti allo scontro, a litigare.
Altri ad innamorarsi, alle volte riamati, altre volte odiati, spesso e volentieri re-twittati. 
Tu invece, devi essere pronto ad un percorso d'analisi, parlando con il tuo psicologo delle varie sfaccettature delle personalità che hai creato, e di come Giulio e Alberto siano venuti alle mani virtuali, culminate con un calcio virtuale sulle palle virtuali di Alberto che poi si è disiscritto da Twitter facendo diminuire il numero di follower di Giulio che è poi entrato in depressione. 
A seguire, dopo il supporto psicologico, siate pronti anche a quello psichiatrico quando giurerete che Giulio si è materializzato a casa vostra per darvi un vero calcio sui vostri veri coglioni.

3) Cercateli porta a porta. Decine di migliaia di venditori di Folletto, Bimby, pentole Imco, e divinità varie ed eventuali, non possono essersi tutti sbagliati.
Chiaramente dovrete imparare dai venditori e dalle loro tecniche, e non fare subito di testa vostra.
Non citofonate a nessuno dicendo "Il mio account è @godomanontroppo, potresti gentilmente addarmi, visto che ho un disperato bisogno di avere un sacco di follower?".
Anche perché, ad esempio, nessun testimone di Geova che si rispetti approccerebbe mai qualcuno al citofono dicendo "Buongiorno, alla fine di questa frase lei crederà fermamente nella nostra dottrina e nel nostro sempreottimoDio".
Quindi prendetela alla larga e dite "ho degli allegri cinguettii da farle sentire" e da lì, se vi faranno mai entrare e non avranno lanciato giù dell'acqua bollente (evitare ore pasti) voi andate giù col vostro miglior repertorio da max 160 caratteri (persino cantando, se dotati di facoltà canore) con cose come "può darsi che non sappia cosa dico, scegliendo te, mia nonna, per amico" oppure "when i find myself in times of trouble, Bloody Mary comes to me". Ed a quel punto è fatta, sarete nel loro cuore e vi adderanno.
I più arditi ed amanti del fai-da-te invece adocchieranno nei saloni i pc dei malcapitati e con la scusa di un caffè, si precipiteranno ad aggiungersi in un attimo di distrazione del padrone di casa (di difficile attuazione, in alternativa al caffè, la solita scusa del "dietro di te, una scimmia a tre teste!" ).

Et voilà, il gioco è fatto. Ovviamente potete utilizzarli in combinazione così da raggiungere risultati altrimenti insperati. 
Non c'è bisogno che mi ringraziate né che diciate in giro che sono stato io a consigliarveli, la modestia e l'odio verso le carceri e/o gli ospedali m'impongono di sottrarmi all'eccessiva referenzialità.

Questo post è stato prodotto da un bot satirico, talmente umano da sembrare finto. Tale @altri2menti.
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giovedì, agosto 02, 2012

Credulonia


E poi c'è quel fatto che quello italiano è un popolo di creduloni.
Se per anni ci siamo fatti irretire dalla brava Wanna Marchi che ci perculava a suon di scioglipancia con slogan straordinari come:

"sfido i grassi, sfido i ciccioni, sfido i cicciononi ad alzare la gamba come la alzo io. D'ACCORDO?" (ma dico davvero, io vorrei vederli in faccia, quelli che si spalmavano quell'olio di balena putrefatta sulle loro tumide pance) 

fino ad arrivare alle magie, e le profezie del maestro Do Nascimiento: truffe perpetrate ai danni di poveri italiani sprovveduti, forse convinti che si trattasse di un parente del fuoriclasse brasiliano. Si sa, dove c'è aria di calcio, i soldi escono più facilmente dal portafogli.
Quanti esseri bislacchi hanno popolato i nostri schermi? Maghi, chiromanti, cartomanti, untori, unti e unticci, persino cabarettisti: il mago gabriel che i più nostalgici ricorderanno per le caratteristiche magiche "dell'upupa, un frutto stupentamente pello e suplime".
Siamo dei creduloni, ecco cosa, e senza possibilità di redenzione. 
Persino io, una calda domenica di luglio, immerso nel bellissimo parco del Retiro a Madrid, ho allungato l'occhio verso la cartomante Ana, che mi ha a sua volta fulminato con gli occhi. 
E mi son seduto, forse un po' per curiosità, forse per noia. 
Fatto sta che quando mi ha chiesto di alzare il mazzo e di pensare intensamente alla donna che amo, io per spirito di contraddizione ho pensato al mio primo amore, una compagnetta delle medie che mi ha spezzato il cuore. 
Mi baciò durante la ricreazione, tra una pizzetta ed un panino al latte con nutella (riguardando oggi l'alimentazione d'allora, capisco perché il mio colon non smetta mai di urlare) e dopo neanche un'ora l'ho trovata a baciarsi con quello stronzo della seconda A, che veniva sempre con capi firmati e quell'aria spocchiosa. 
Lui e il suo jeans Lee, ricordo con precisione che subito dopo gli dissi, "lo so che preferisci averlo Lee". Ovviamente fui picchiato per questo. E la compagnetta non ne volle più sapere di me.
Insomma la mitica Ana mi disse, con un italiano spagnoleggiante, di aver visto nelle carte una grandissima storia d'amore, sofferta e piena d'insidie. E finita in tragedia. Ma aggiunse con aria di forte speranza  "io miro un riconjunjimento fra vosotros, la vuestra storia habrà un lieto fine". 
Ed ecco che io rido dentro, tantissimo, di gusto, mentre lei mi molla il suo numero di telefono pregandomi di chiamarla, come avevano già fatto in tantissimi, tutti quelli per cui la profezia s'era avverata. 
Le mollo una decina di euro, d'altronde si trattava di una chiacchierata di un'ora, meglio di un film chick-flick, e poi alla fine questo film parla di me, ed ha pure un lieto fine ed io vado via ancora ridendo.
E quindi, lo ridico, ci sono caduto anche io, e forse è vero, ci meritiamo i Maya e la fine del mondo nel 2012.
Che poi io me l'immagino con un'invasione aliena, che culmina il 21 dicembre con una partita di pallone. Che partita possa essere, quella che si sa già da millenni chi è che va a perdere, questo mi sfugge. Moggi, al confronto, sarebbe considerato un dilettante. 
Per l'occasione viene persino riesumato l'ormai pensionato Bruno Pizzul, che nonostante i bookmaker diano la terra vincente 1000 a 1, è allegro come mai, forse anche grazie ad un anonimo bottiglione da cui tira su con una cannuccia della sospetta sostanza rossastra durante le brevi interruzioni di gioco. 
La partita finisce incredibilmente in parità, su uno spento 0 a 0. La formazione terrestre formata dai migliori calciatori della terra e da alcuni VIP imboscatisi grazie alle solite spintarelle, tipiche del modulo all'italiana.
E Pizzul che chiosa "Eeeeeeeee, è dura decretare un vincitore con la lotteria dei rigori" mentre segnano tutti i terrestri: Cristiano Ronaldo, Messi, George Clooney e il maestro Bigazzi, mentre i Maya han fatto altrettanto con Akul-Anab I, Newal, Sik'kuk e Ca'Tsim terzo.
"Ora il rigore decisivo sui piedi di Sarkozy. Sarkozy. Sarkozy. E LA PALLA S'INFRANGE SUL PALO". Silenzio nella tribuna dei terrestri. Giocatori terresti affranti, in lacrime. 
I Maya invadono la terra. 
Io esco di casa con la foga di chi corre a cercare riparo altrove, in un qualunque altrove, e SBAM, finisco contro una ragazza bellissima. La guardo, e riconosco in lei il mio primo amore delle medie che tra le lacrime mi dice "io non ho mai smesso di amarti. Quell'altro è stata un errore tremendo. Mi ha  soggiogata col suo vestire attillato, e davvero preferiva averlo Lee!". Così ci baciamo, mentre una coppia di Maya passati da lì (i Maya a quel punto proliferano un po' come le sorelle Carlucci) ci dividono, e ci dicono che in pochi minuti il pianeta deflagrerà.
E così, mentre io le lancio l'ultimo sguardo e lei mi saluta romanticamente con la mano alzata, io sento una forte pace interiore e infine compongo il numero di Ana, convinto di doverla ringraziare col mio pessimo spagnolo italianeggiante.
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lunedì, luglio 09, 2012

Vibranti passioni (Post porno - Part III)


Il mio rapporto personale con Pigalle, il popolarissimo quartiere a luci rosse parigino, vive di due pagine profondamente differenti tra di loro.
Un conto è una traiettoria adolescenziale da diciassettenne in gita, che dentro un sexy shop ostenta una spavalderia da "siamo in 7 compagni di classe e facciamo battute da scaricatori, che non farebbero ridere nemmeno gli scaricatori".
Di chi s'esaltava con poco, vuoi perché un tempo ci si faceva prendere per molto meno, vuoi perché quando si parlava di robe vibranti, automaticamente nelle teste di noi adolescenti d'allora saliva a mente quella fascia elastica che lasciava vibrare i sederi di alcune avvenenti modelle, facendoci entrare in stati d'ipnosi da cui difficilmente ci riprendevamo.
Mentre, ritornando al sexy shop di partenza, quegli strambi oggetti vibranti falloformi erano per noi qualcosa di impensabile. Le donne che lo possedevano erano delle poco di buono, gli uomini che l'acquistavano dei folli che mettevano in gioco la loro virilità, mettendosi a confronto con degli attrezzi infallibili (e utilizzabili persino quando le batterie venivano meno).
A distanza di quasi due decadi il ritorno a Pigalle, è stato ovviamente diverso.
Il vibratore non più visto come un pericolo, ma al più come malizioso compagno di giochi, o, per i più furbi, attrezzo da fare entrare in funzione, quando la stanchezza ha oramai preso piede. 
Fatto sta che Pigalle ancora una volta non mi ha convinto, sarà perché siamo entrati in questo megasexy shop a due piani dove un indelicato commesso come prima scelta ha tirato fuori un bazooka da 6 chili che avrebbe fatto arrossire il signor Citterio in persona, sventolandolo sotto il naso esterrefatto dell'amica che si era gioiosamente prestata a questa visita sopra le righe della capitale francese. 
Lei ha obiettato qualcosa, che non le ho mai chiesto di tradurmi, ma che suonava un po' come "lei mi avrà confuso con il passo del San Gottardo". Insomma, come per i 17 anni, ero uscito fuori dal sexy shop, senza aver fatto acquisti.
Ma Parigi ha sempre una sorpresa in serbo, che si materializza in un negozietto vicino al museo di Pompidou. Due commessi graziosi e gentili, una ragazza ed un ragazzo, e tanti piccoli oggetti vibranti di stile. Persino un ragnetto, che in condizioni di ragni veritieri avrebbe portato alla classica immagine della ragazza in piedi sulla sedia che emette vocalizzi, beh è più o meno la stessa cosa col ragnetto vibrante, con la ragazza stavolta seduta sulla stessa sedia, e con espressione beata.
Insomma un posticino carino e stiloso, che avrei volentieri portato in italia con successo con qualche nome evocativo come "dildo con parole tue". 
Ed infine quell'oggettino piccino piccino, un piccolo cilindretto dai colori pastello, vibrante a dieci velocità. Che sul momento avrei giurato poter erogare velocità normali come: pianissimo,piano, leggero, forte, fortissimo, decimo della scala mercalli, armageddon e così via.
Ed in realtà la cosa si rivelò ben più fantasiosa. Perché man mano che si premeva la punta dell'oggetto, ci si trovava in realtà più un susseguirsi di diversi pattern con combinazioni sempre più complesse fino ad arrivare a robe come: vibra 2 secondi, poi vibra di più, poi smette, poi riprende ancora più forte, poi smette ancora. Ed io penso alla donna, povera donna, mentre mi soffermo su questa velocità cangiante: gode, gode di più, poi smette, poi gode da morire, poi smette, poi gode in maniera andante con brio. Una vera tortura.

In tutto questo, cari lettori, mi piace lasciarvi con questa immagine di me che schiaccio nervosamente il tastino in cima al cilindretto: lo compro, lo compro troppo, non lo compro, ne compro due, non lo compro più, lo compro a rate.
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mercoledì, giugno 20, 2012

Il mistero del laptop

Ma parlare di numeri sfortunati, gatti neri, strofinate di testicoli, gatti neri che si strofinano i testicoli e altra scaramantica varietà, significa di fatto anche ammettere l'esistenza di fenomeni, che definiremmo sovrannaturali. 
Certo è che qualcuno del CICAP mi prenderebbe per ciarlatano o affabulatore, ma la realtà è che son qui a mostrare fatti. Ed io un fatto importante ce l'ho e riguarda il mio laptop di lavoro. 
Mi trovavo all'estero, notte fonda indugiavo con occhi rossi di fronte al video per terminare l'ultima mail di report sulle attività dal cliente. Inutile che pensiate male. Odio i porno. Forse eccezion fatta per una piccola fetta di porno, quei porno che non sono porno, perché magari non è solo ginnastica, ma sembra che quasi i due si divertano, e alla fine, per farli contenti, ci credi. Ma no, non era quello il punto, e non guardavo porno. Finisco la mail, appoggio il laptop sul letto, prendo finalmente un libro per rilassarmi. Solo che capirete bene, dopo una tremenda giornata di lavoro, email notturna fino a tardi, ed infine mezza pagina di quel libro porno, infine entro in una fase di sonno pieno, profondo, completo. E sogno, sapete cosa? Nulla di realmente sovrannaturale. Anzi direi naturalissimo ed anche rilassante. Sogno me stesso su un letto, un letto gigante, un letto a 6 piazze, che se già pensi che un king o queen size siano abbondanti, questo è un king che ha copulato con la queen e c'è tutta la discendenza reale, figli, nipoti e bisnipoti. Ed io mi crogiolo, giro e rigiro, e mi sento in paradiso. Perché posso fare capriole infinite in quel letto, perché le lenzuola sono morbide e pulite e sto lì a girarmi e rigirarmi e SBBBAAAAAAM. Mi sveglio di soprassalto nel mio letto baby size, e purtroppo il dramma è avvenuto. 
Il mio laptop è per terra, in posizione fetale laterale, ed io lo guardo con orrore, avendo l'estrema sensazione che anche lui mi stia guardando, ma con risentimento. Lo accendo, si accende, ma mi accorgo che il danno è fatto. Un rettangolo di pixel di 7 centimetri per 2 sembra passato a miglior vita, mostrando delle sfumature technicolor di grande pregio, che in piena notte tento di camuffare con un desktop in pendant. 
Ma tutti gli sforzi ovviamente si rivelarono vani. In basso a destra l'orologio di windows dice che sono le 12.06, ed è venerdì 17. Alla faccia di chi vuole farmi credere che la scaramanzia sia solo un pensiero da cretini. Così il giorno dopo fui costretto a chiamare il servizio tecnico è rivelare la verità, ossia che il display era impazzito mentre lavoravo alacremente, ed in pieno giorno ad una presentazione powerpoint multicolor, quando TRAAACC, sento questo rumore improvviso, dal nulla, e insomma chiamo l'assistenza per chiedere aiuto, mentre i pixel si allargavano di fronte al mio sguardo esterrefatto. 
Poi accade poco altro, continuo la mia giornata e torno pure in Italia, prendo questo volo Barcellona-Roma e poi Roma-Catania, ed il mio laptop lo dimentico fino a lunedì mattina. 
Il lunedì seguente arrivo in ufficio e mi accoglie il tecnico proprio sull'uscio, che sorseggia un caffè, ed io sono felice che lui sia venuto così presto per sostituire il laptop che si è danneggiato a causa di un powerpoint troppo colorato. Così accendiamo il PC. 
E cosa succede? Nulla. Il monitor è perfettamente funzionante, non ha tracce di pixel rotti, sembra appena uscito dalla fabbrica. Chiamo anche il collega che era con me all'estero, e lui mi conferma "sì, il tuo computer aveva uno squarcio pixellato ampio a sufficienza da poterti risucchiare e portarti in una dimensione parallela". Io ed il tecnico guardiamo basiti lo schermo con la testa dritta, poi ruotata di 90 gradi, poi accertatici che sia tutto a posto mi chiama in disparte e comincia a farfugliare roba strana di come potremmo farci un mucchio di quattrini lucrando su questo volo magico, potremmo riparare PC, orologi, vetri rotti (e quindi farci pagare i residui dei sette anni di disgrazie). Da lontano odo una sirena d'ambulanza mente il tecnico finisce per farneticare parlandomi di come sfruttare i magici poteri per la ricostruzione di matrimoni in frantumi, vite spezzate e imeni divelti. Ed io lo conforto e gli dico che è tutto ok, mentre due uomini col camice verde lo portano via. 
D'altronde è lunedì 20, è tutto va esattamente come dovrebbe andare.
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martedì, febbraio 14, 2012

Speciale San V. Insomma quella cosa lì.

E chi mi conosce, sa che metter su una puntata speciale per San Valentino, sarebbe stato probabilmente l'ultimo dei miei desideri.
Non mi considero un single inacidito, anche se è chiaro, questo è il giudizio di me su me stesso, quindi vinco facile. Ma andiamo con ordine, mi trovavo al centro con due amiche ed ad un certo punto, un punto scellerato, dissi. "Hm. Quale potrebbe essere il prossimo argomento?".
Ed io non so. Trovandomi insieme ad amici maschi, probabilmente avrei ricevuto risposte differenti come: "Boh! Parla di calcio. Parla di sesso. Di strafighe! O meglio, potresti parlare per un'ora di strafighe che giocano a calcio. E magari con due tette giganti!".
No, essendo con due belle ragazze, il primo suggerimento fu "San Valentino", così, per partito preso, pur essendo quasi certo del fatto che non fossero per nulla amanti della festività. Ed io risi abbondantemente, come di fronte alla migliore barzelletta, e risi di più di quando mi fu presentata per la prima volta la pessima e vecchia battuta "limone". Sì proprio "limone", quella cui poi si aggiunge "non farà ridere, ma non fa nemmeno cagare". Con la differenza che probabilmente San Valentino non fa ridere, però a me sostanzialmente agevola le funzioni gastrointestinali.
Così risi, e feci loro capire che sarebbe stato impossibile, e loro recepirono il messaggio e mi diedero ragione. Sarebbe stata l'epopea della banalità. Così finimmo a parlare d'altro.
Eppure, maledetta ancora quella domanda, quella sera e quelle due mie amiche.
Perchè nonostante il ridere, l'aver bocciato l'idea, e l'aver parlato d'altro, il pensiero di San Valentino è rimasto ahimè appeso alle mie sinapsi neurali.
Mi son così ritrovato alle due notte, così, per gioco, ad andare su google e scrivere "San Valentino". Google ha un attimo di esitazione. Anzichè completare la frase con alcuni suggerimenti, come fa di solito mi chiede "ma sei pazzo?".
Ma non è il solo: la finestra di firefox comincia a tremare di paura, il PC si mette in posizione d'urto, insomma si crea il panico generale.
Suona il telefono, è Silvia della Teleromp, che alle due di notte stavolta non vuole offrirmi nessun servizio di fonia, ma che promette di pagarmi di sua tasca le prossime sei bollette se prometto di cancellare immediatamente quelle lettere dalla finestrella di google.
Ma io sono cocciuto, e così, sprezzante del pericolo, premo il tasto invio, e nei successivi secondi la vista si annebbia e vedo tutta la mia vita passarmi davanti, dall'infanzia, alla gioventù, fino ad arrivare a quella sera fatale, passando per la prima volta nella quale sentii la battuta "limone".
Ciò che mi si presentò a schermo era persino peggio di ciò che mi ero prefigurato: un universo rutilante di regali cuoriciosi, SPA, percorsi termali, ebook reader, gioielleria varia e genialità kitsch, come lo schiacciabottiglie, e udite udite, formine per fare le uova sode quadrate, l'incubo dei sederi di tutte le galline del mondo. E le immancabili frasi d'amore, anche in versione moderna "L'amore è una mela morsicata rosa tra le parole I e Pad".
Ed è così che voglio immaginarvi, cari innamorati: cumuli di coppiette stipate dentro un bagno turco, recitando poesie non vostre, intenti a far mosse innaturali sul vostro touchscreen, mentre wikipedia vi racconta la storia di San Valentino, e di come sia riuscito a ispirare amore a due giovani nel pieno di un litigio, facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccioni, che si scambiavano dolci gesti d'affetto. Da questi, riporta testualmente wikipedia, si crede possa derivare anche la diffusione della parola piccioncini.
E su questa citazione crollo, sono a un passo dall'harakiri con una lama a forma di cuore appuntito, e per darmi l'ultimo colpo di grazia prendo un bacio perugina, e mentre il cioccolato entra in circolo nel mio sangue leggo sul fogliettino accluso, l'ultima illuminante frase:
"Alla partita dell'amore ogni bacio è un rigore".

E' stato bello signori, il cuore appuntito mi aspetta.
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venerdì, febbraio 10, 2012

Aero(indis)porti

La pubblicità ci invade, le sue tecniche di persuasione occulte e meno occulte ci travolgono da ogni lato possibile, e non ne possiamo fare a meno. Ma badate bene, non perché creino dipendenza, ma perché in qualche caso semplicemente non possiamo sottrarcene. L'altro giorno in aeroporto, ho stabilito ad esempio un record personale di assoluto pregio. Chi è viaggiatore frequente sa che oltre alla "no fly zone" esiste la "no walk zone", la zona in cui non devi camminare, per non cadere nel gorgo infinito dell'acquisto coercitivo. Parlo dell'area "pubblicità vivente" dell'American Express. In breve: avvenenti e aggressive signorine provano a sobillare gli inermi viaggiatori a suon di offerte per poter propinare una carta american express, gratis il primo anno, ma che già al secondo anno ti leva pure le mutande. Orbene quel giorno di un paio di settimane fa le ragazze del banchetto di American Express erano quattro. Sì, proprio, uno, due, tre, quattro, e giuro non ci vedevo doppio, niente cognac o whisky, ero giusto reduce da una morigerata acqua tonica, bevuta in tutta fretta al baretto locale. E la mia disattenzione mi ha fatto dimenticare la "no walk zone", che di solito evito allungando la traiettoria e passando dietro ai banchi degli imbarchi suscitando le ire delle hostess di terra. La prima americanexpress-girl mi si para davanti, pare voglia fermarmi fisicamente, col suo petto prorompente dicendomi (no, non è il suo petto prorompente che parla, ma credo di aver risposto direttamente a lui) "qual è la sua compagnia di volo?" ed io ho dribblato dicendo "in genere viaggio solo". La seconda mi guarda e mi fa segno "vuole regalate 20,000 miglia?" ed io accelerando il passo e simulando un attacco d'asma improvviso "ma se già dopo 300 metri ho il fiatone". Le ultime due invece uniscono le braccia e formano una barriera umana "Venga con noi le facciamo vedere una cosa!". Insomma diventa una vera e propria partita di rugby dentro l'aeroporto, io con la palla (valigia) che tento di arrivare alla meta (gate) mentre gli avversari (le sirene arpie dell'American Express) tentano di buttarmi giù a suon di slogan. Con la gentile variante, che quando con abilità ed esperienza pluriennale sono riuscito a schivarle, il coro non si ammutolisce del tutto, ma le sirene puntano dritto al tuo complesso di colpa, e continui a sentirle da tergo: "avevo pensato di offrirle 3 trilioni di miglia, ma oramai è già andato via" "non sa cosa sta perdendo, con l'american express, dovunque vada, le donne le salteranno addosso come nespole". Nespole? Insomma, insistono in maniera pietosa, un po' come se a rugby, da dietro ti implorassero piagnucolanti "ti prego non fare quella meta! Sei un cattivone". Ma so già che oramai sono salvo, sorrido a testa bassa, perdurando nella mia disattenzione non noto una signorina dietro un cartello con un TRE gigante che appena le passo accanto mi dice "vuole navigare gratis per tre mesi?" Ma qui non rispondo, con la testa rutilante di battute sulla navigazione gratis, di certo un po' fuori luogo al momento. "Suvvia, abbiamo la chiavetta 3G più cool del mercato" insiste. Ed è a quel punto che gli occhi mi si iniettano di sangue e puntandole in maniera aggressiva una BIC le dico "Donna. E' arrivato l'arrotino". La formula è vincente, la ragazza alza le braccia e fischiettando mi dirigo con la mia palla/valigia, verso la meta/gate.
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domenica, gennaio 29, 2012

(Dis)appunti di viaggio


Ed anche io rientro nella categoria dei grandi viaggiatori. 
E' di qualche giorno fa il mio ultimo repulisti da bigliettini d'aereo. Parecchie centinaia, sembravano una massa di coriandoli brandizzata Alitalia, Lufthansa, e poi Windjet, AirMalta, EasyJet e VolaColombaBiancaVolaAirlines. Si viaggia per lavoro, tanto, si viaggia per piacere, un po' meno, ci si sente un po' nel migliore dei casi come un George Clooney, spocchioso e a testa alta in "Up in the Air", o nel peggiore dei casi con la schizofrenia di Ed Norton in "Fight Club". Ma c'è quasi sempre qualcosa da rimarcare o che valga la pena di essere raccontato. Non so, come quando mi fermarono in Spagna, al rientro verso la Sicilia dicendomi "mi spiace lei andrà in overbooking, perché l'aereo è in sovrappeso". "E gli faccia fare la dieta" sbotto io, costretto a terra. Magro per come sono, mi sono sentito preso in giro ed ho tentato di imbarcarmi lo stesso, venendo fermato da un' hostess che in un spagnolo misto ad un italiano stentato mi dice "lo siento per l'overbooko, la inviaremo en italia con due otri aeri". Ed è dentro di me che penso che quell'overbuco gliel'avrei voluto produrre io, poi ho ricordato di avere uno stile, e accettato delle scuse ed un paio di banconote.
O ancor peggio un recentissimo viaggio in Germania. Qui ci vuole una precisazione assolutamente d'obbligo: l'acqua in Germania è potabile, si beve dai rubinetti, e se ci si azzarda a prenderla al ristorante ti costa più della benzina nella pompa sotto casa, quella che dopo lo sciopero dei trasportatori si è trovata al prezzo base,le accise volute dallo stato, ed anche un overbuco clamoroso che ha portato il prezzo al litro ad equiparare quello di un Cabernet Sauvignon IGT del 2004. Ma non divaghiamo, parlavamo del prezzo dell'acqua e del fatto che si dovrebbe seguire il consiglio di prenderne dal rubinetto, ma il fatto è che non ci si può davvero presentare al ristorante la sera con l'acqua del rubinetto, sarebbe sinceramente poco elegante.
Così al massimo, se per questione di principio non si vuole regalare quegli euro in più per una bottiglietta d'acqua da 25 centilitri, perché alla fine, magari consumi 10-15 euro di cibo, e ti secca regalargliene altrettanti per l'acqua, allora ordini giusto la prima bottiglietta con la volontà di non andare oltre.
Poi arriva una cameriera graziosa e con un sorriso larghissimo, che sgambetta graziosamente per il tavolo, sempre con sobrietà tedesca e dopo aver preso la comanda porta la bottiglietta d'acqua ed uno strano contenitore multicolor.
La ragazza, con una gentilezza che ti scioglie ti spiega che in quel contenitore stanno tre tipi di sali provenienti dalle hawaii, sali gustosi e speciali a grani grossi che vanno sciolti nell'olio e accompagnati col pane.
E tra un sorriso grande, la promessa che il sale nero stimola le qualità intellettive, quello rosso quelle erotiche, quello verde l'odio per i padani leghisti; e poi il fatto che mi dà un via libera alla scarpetta al ristorante, che è un invito a nozze e poi ancora un po' ammicca con fare sexy ma sobrio, insomma, io non le so dire di no.
Insomma, mangio pane olio e sale. Ed il sale, indovinate un po', sa proprio di sale. Dopo due minuti ho già fatto fuori la bottiglietta da 25, la cameriera arriva con la carne ed un attrezzo micidiale che altro non è che un macinapepe. Non so, sarà che ho già una sete madornale, ma io vedo un macinapepe di almeno due metri di lunghezza e la cameriera scodinzolante che distribuisce il pepe sulla carne con fare sexy, ma sobrio. "Vuole dell'acqua mi dice?". Ed io stoico le dico "no, va bene così".
E così quella carne, buonissima la metto giù, ed è ottima, salata e pepata al punto giusto.
Ed è a questo punto che comincio ad avere le visioni, intorno a me scompaiono i tavoli e compare una distesa sabbiosa con sole a mezzodì e l'orizzonte distorto dall'arsura cocente.
Bocca impastata, solo dune, niente oasi o cammelli all'orizzonte.
Sono al limite, alzo il braccio sperando che la cameriera mi veda, ed io faccio il gesto di indicare la bottiglia d'acqua vuota, non so a chi perché ho la vista appannata. 
Ed eccola arrivare, come un miraggio del deserto lei, sexy ma sobria, con in mano quella minuscola bottiglietta di 25 centilitri che se lei mi dicesse "ok, ora mi spoglio e puoi farmi quello che vuoi" io la spingerei via prendendole la bottiglietta e dicendo che la vita è questione di priorità.
Lei va via, con questo sorriso a 120 denti stampato in faccia e mentre bevo, di là, dalla cucina sento un esultare clamoroso delle cameriere, del cuoco e di qualcun altro che passava di là, stappando probabilmente un Cabernet Sauvignon IGT del 2004. 
Le cameriere hanno vinto ancora una volta, l'Italia sconfitta fuori casa dalla Germania. Però è stato un incontro divertente.
Capite perché amo viaggiare? 
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