sabato, dicembre 24, 2011

Contanti auguri

E così siamo giunti alla fine di un altro anno. Duemilaundici. Un anno anonimo, guardando le cifre che lo compongono, 2,0,1,1. I matematici l'hanno disprezzato dal principio.
Annus horribilis per molti: le appendici delle sanguinose rivolte nel mondo arabo, il disastro Fukushima, la follia di Oslo, le alluvioni in Thailandia.
Ma l'italiano, con questa crisi capestro che aleggia sul suo collo, si è salvaguardato col suo pensare leggero: sentendosi sollevato al ritrovamento della salma di Mike Bongiorno, intonando cori da stadio come "chi vota Pisapia non è figlio di Maria", o lasciandosi ipnotizzare dal maestoso sedere di Pippa Middleton.

E poi ovviamente l'anno del "siamo ancora in crisi" e dello spread che sale indefinitamente. Anche se qualcuno continua ad urlare "dov'è la crisi? I ristoranti sono sempre pieni!" cui fa seguito un "Non esistono più le mezze porzioni" con aria afflitta e nostalgica.
Ma il nuovo governo ci assiste con la riduzione dell'acconto IRPEF. Gli italiani pagheranno meno tasse (che per un tasso equivale ad andare a mignotte) e potranno così spendere di più, pur consapevoli che questi soldi dovranno comunque esser tornati indietro allo stato il maggio prossimo.
Come dire, intanto te li do. Tu spendili fino all'ultimo centesimo, poi ti aspetto al varco, quando non li avrai più. Ma tanto l'anno sarà 2,0,1,2, che suona già come una promettente conta verso l'ignoto: duezerounoduezerounoduezerounodue. Suona davvero bene, un po' come suonava la parola Ionico, che ci faceva tanto divertire in gioventù: Ionico-Ionico-Ionico.
Bisestile, per altro, quindi un giorno di crisi in più, come affermano gli economisti più preparati.
Intanto ho il mio bottino temporaneo in tasca e vado in quel sovraffollato negozio di oggettistica, dove la cosa che si sente dire almeno una volta dalla classica casalinga di Voghera (figura mitologica, inesistente persino a Voghera) in un sussulto compiaciuto è "ma che roba deliziosa! Comprerei tutto quello che c'è qui dentro!".
E tutto quello che c'è è:
- Un cavatappi rosa con termometro ascellare incorporato. Di quelli che se non lo metti dalla parte giusta finisci all'ospedale la notte di natale
- Un delizioso babbo natale, a cui premi la schiena e lui risponde "Se continui così, con la sciatica che ho, col cacchio che porto i regali ai tuoi figli!"
- Dei Post-It fluorescenti con scritte come "E' un piacere cucinare per giorni e giorni, ed infine passare la notte insieme ad una famiglia tanto splendida". Insomma, le cosiddette balle di Natale.
- Delle formelle in silicone, rigorosamente riciclate dai seni esplosi nell'anno 2011.

Neanche a dirlo, tutta roba rigorosamente cinese. Ce ne riempiamo a piene mani, arrivando infine alla cassa, dove chiediamo se la merce che abbiamo preso è davvero di buona fattura, e la cassiera/commessa ci rassicura con parole di conforto, che si tratta di roba di primissima qualità, mentre le esplode in faccia il registratore di cassa "Made in China".

Insomma, vogliamoci bene, sarà forse l'ultimo baluardo di quello che ci rimarrà davvero da darci "Made in Italy".
Auguri a tutti di buon Natale e di un felice e bisestile 2012.
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