giovedì, dicembre 31, 2009

Sull'anno nuovo

- Papà papà, sono pieno di buoni propositi per l'anno nuovo!
- Figlio mio, anche il governo era pieno di buoni propositi, quindi ti pregherei di dirmi cosa hai in cuor tuo. Giusto per evitare di farti colpire con modellini architettonici raffiguranti famosi edifici locali. Sei così bello e giovane...
- Papà sta tranquillo. Si tratta di obiettivi personali. Voglio crescere, imparare mille cose. Voglio diventare un artista!
- Mio Dio, figliolo! Cosa devi fartene dell'arte, a parte prenderla e metterla da parte? Devi incanalare le tue passioni in attività redditizie, con le poesie non riuscirai a sfamare una famiglia. E non c'è più la storia che vieni visto come un uomo sensibile. Passerà poco tempo e comincerai a raderti dalla testa ai piedi, a profumarti eccessivamente, a comprare l'intimo a due pezzi da Yamamay e tutta una serie di sgradevolezze che spezzerebbero il cuore a mamma tua...
- Ma cosa dici papà! Io voglio creare. Scrivere libri, scrivere sceneggiature
- Figliolo, sappi che anche qui non è come credi. Non vorrei rovesciarti l'orribile verità addosso, ma vendere un libro non significa scrivere un bel libro. Non te la prenderesti a male sapendo di aver prodotto un capolavoro che tiene sulle spine i lettori fino all'ultima pagina, poi sorprenderli con un finale originale, e tutto questo dopo un anno di lavoro, accorgendoti di aver venduto 100 copie solo a parenti ed amici? E sapere che Totti in due giorni ha messo su un best-seller con delle barzellette vecchie quante il peto? A me verrebbe la gastrite, altro che peti. No, non lo potrei accettare!
- Papà, ma quanto sei disfattista. Bisogna crederci nelle cose, e così mi scoraggi in partenza. Sono comunque certo di poter scrivere almeno la sceneggiatura di un film, meglio di altri presunti personaggi che si spacciano per geni cinematografici.
- Figlio mio, lascia che ti dica che anche qui i risultati possono essere magri e deludenti. Tu sei troppo intelligente, la gente vuole film con volgarità, peti, rutti, tette, culi. Se riesci a mettere una donna nuda che sfiata ambolati, hai già creato l'icona del successo. Oppure basta ignorare il contenuto e scegliere il titolo giusto, sai che noi siamo i maestri. Se scappi ti sposo, se mi lasci ti cancello, se ti investo mi sposi, se lo fai sono guai. E' così facile, vedi? Ti consiglio qualcosa come Se t'inchini t'inculo che ha anche una sua certa assonanza.
- No papà, non farò sì che la volgarità l'abbia vinta. Sono certo di poter portare una ventata d'aria nuova nel cinema, e non si tratterà delle solite flatulenze.
- Figlio mio devi capire che spesso è questione di genetica. Per essere artisti con la A maiuscola bisogna nascerci. E' una questione di oroscopi, e di segni. Se tu sei nato a febbraio alle ore 10.15, sarai un acquario ascendente vergine. E gli acquari con ascendente vergine non solo non possono essere artisti, ma soffrono anche di colon irritabile. Cristo, figlio mio, te l'immagini nella clinica il giorno della tua nascita che fetore ci sarà stato a quell'ora? Ecco figliolo. Niente arte, solo puzza, è scritto nel destino.
- Ma io non credo agli oroscopi o nelle superstizioni. Ognuno è l'artefice del proprio successo o insuccesso. 'Quisquae faber fortunae suae' papà.
- Figliolo, queste citazioni in spagnolo sono esaltanti. Ma dovresti usarle con le donne, mica con tuo padre! Sai quante ne potresti conquistare, tirando fuori frasi del genere? Saresti un giovane latin lover!
- Oh papà. Io non voglio conquistare orde di donne. Io voglio trovare quella giusta! Non sopporto tanto chi fa collezionismo femminile come si tratti di stampe cinesi, o farfalle. Cerco quella fatta per me capisci? Anche questa l'ho messa tra i propositi dell'anno nuovo.
- Figlio mio, mi sembra che ora tu stia esagerando. Divertirsi una volta ogni tanto non fa male come pensi.
- ...Non so. Forse hai ragione tu. Forse dovrei pensare meno e divertirmi di più. E forse dovrei lavorare un po' sul mio fisico. Che ne dici, mi compreresti una bici nuova?
- Ah ecco, vedi? Tutti questi giri di parole, l'arte, le donne. Tutto questo perchè volevi una bicicletta nuova eh? Per ora scordatela, te la compro solo alla fine della terza elementare.


Buon 2010 a tutti voi.
Sharing makes you Sexier!

sabato, ottobre 31, 2009

Rientri molesti

La settimana è lunga e dura, ci aveva preavvisato Dio, con la questione del sudore della fronte.
Ci aveva prospettato che non sarebbe stato facile, ha sottinteso stress, gastriti, duroni ai piedi. Ma secondo me neanche lui ha previsto la fantascientifica storia dei rientri del venerdì sera.
A quel punto il lavoro è finito, si dovrebbe solo aspettare che l'Alitalia, o Alitalia/Airone, o CAI, o "CribbioAbbiamoRealizzatoUnaCordataTuttaItaliana airlines" vi riconsegni a casa.
E lì invece, a chi ha un po' d'esperienza nel settore è noto che qualunque fenomeno naturale, innaturale o paranormale può verificarsi.
Non ci meraviglia di certo quel ritardo di 45 minuti segnalato sul tabellone proprio quando dovrebbe invece avvenire l'imbarco. La gente borbotta, le voci corrono incontrollate, qualcuno dice "a me l'avevano già detto al momento del check in. Pare sia un ritardo cumulatosi a partire da un problema su un aereo avuto un mese e mezzo fa, nato da una cagata di piccione su uno dei finestrini".
Io non mi scompongo, è come se già avessi visto questa scena migliaia di volte.
Ci spostano di gate -anche qui siamo sul classico- sembriamo delle palline impazzite di un flipper, guidate dalla vocina della signorina di turno che avverte del cambiamento (B6 poi B10 poi B12, poi bagno degli uomini, dove pare il velivolo sia direttamente collegato tramite finger, infine nuovamente B10).
Allo scadere dei quaranticinque minuti, più un'altra abbondante mezz'ora accademica ci prepariamo all'imbarco. Il risultato è degno di uno scatto d'autore. Siamo un rettangolo perfetto, la fila è decisamente più larga che lunga a tal punto che subiamo un richiamo all'ordine perchè stiamo bloccando l'ingresso al gate 9 ed al gate 11.
Una volta dentro ci accoglie un'atmosfera da atollo polinesiano, con la differenza che non ci sono gnocche che ballano l'Hula, non c'è mare, ma giusto un paio di steward nervosi che affrettano le procedure d'imbarco ("preghiamo di riporre il bagaglio sotto i sedili, nelle cappelliere sopra di voi, o al più nei sederi sotto di voi").
"Per l'aria condizionata?" si azzarda a chiedere qualcuno.
"Dobbiamo aspettare l'accensione dei motori" risponde elusivamente lo steward guardando schifato il businessman da centocinquanta chili tutto giacchincravattato e che non odora esattamente di gelsomino.
Siamo tutti belli, seduti e speranzosi nella partenza, quando una voce spezza il silenzio.
"Buonasera sono il comandante PincoPallo, saremmo anche pronti, ma ancora manca un passeggero all'appello, il signor Passanisi. Purtroppo abbiamo già imbarcato il bagaglio, per cui dobbiamo cercarlo e sbarcarlo per ragioni di sicurezza. L'operazione richiede circa 20 minuti".
Mentre qualcuno avanza l'ipotesi che il signor Passanisi sia proprio dentro il suo bagaglio, un po' in tema con halloween, io immagino un povero operatore aeroportuale che con coraggio si infila nella stiva per ricercare la valigia incriminata, con solo una torcia in mano; un compito ingrato, l'operatore si lascia scappare qualche bestemmia quando pensa d'averlo trovato, ed invece no, è quello di un tal "Passaniti", ma appena lo trova lo prende e lo scaraventa fuori, lasciandolo in mezzo alla pista.
E mentre immagino questa scena eroica, un signore lascia il suo posto e comincia una discussione con la donna seduta nella mia fila lato finestrino, che evidentemente conosce. Discussione alla quale non riesco a sottrarmi, in quanto le mie orecchie si trovano nella sconveniente traiettoria.
"E allora? Ho saputo che hai cambiato azienda!"
"Eh sì, ora lavoro in protesi per l'urologia"
"Oddio! Io lavoro per gli andrologi"
Vi risparmierei i particolari sui vari prodotti di cui si occupano, tipo "noi costituiamo l'avanguardia delle protesi peniene", che poi che aggettivo è "penieno"? L'avrà coniato qualche letterato che non è riuscito a trovare nessuna valida alternativa a "penoso", "penale", "penestre" o all'ambiguo "del cazzo".
E mentre scendevano nei dettagli ed io avrei voluto dire loro che "io invece lavoro coi proctologi", giusto per farmeli amici, e chiudere tutto il circolo dei fabbisogni medici all'interno della mutanda, ecco arrivare dall'ingresso il mitico signor Passanisi.
Grossi applausi. Qualcuno si alza pure in piedi, mentre lui, con biglietto e documento ancora in mano corre a testa bassa verso il suo posto.
L'aereo non parte ancora, provo ad allungare il collo per vedere se nel frattanto il suo bagaglio non sia stato lanciato giù in pista, ma poi mi informano che avendo perso lo "slot" di partenza siamo giusto in coda e pronti per partire. E incrocio le dita sperando, con un terrore di fondo, che anche nelle partenze gli aerei non si configurino nella stessa formazione del nostro imbarco.
Un'ora e quarantacinque di ritardo e poco altro da segnalare. Non cambia granchè lì dentro, neanche al momento della consegna dello snack, con gli insulsi tarallini del forno Damiani che da tempo già mi rifiuto di mangiare, e che regalo alla mia vicina ( per altro, ricordandomi della sua discussione precedente, le dico che non gradisco davvero nulla in cambio).
L'ultimo scoglio, atterrati in città è quello del taxi. Che comincia una folle corsa verso casa mia, come se sapesse che sta per scuocermi la pasta, ed io lo rassicuro dicendogli che dopo quasi due ore di ritardo, oramai l'unico desiderio è di entrare nel mio bagno e guardare allo specchio qualcuno che mi rassomigli, senza tagli, fratture o altre sanguinolente amenità.

E poi mi dicono che pretendo troppo quando chiedo weekend da 96 ore.
Sharing makes you Sexier!

domenica, settembre 20, 2009

Post porno

Comincio con una dovuta precisazione.
Questo post non è per tutti. Allontanatevi se non siete maggiorenni, se siete bacchettoni, se non riuscite a concepire il sesso al di là della riproduzione, il che è anche spaventoso se ci pensate, ho sempre avuto timore sin da bambino di quei film sui replicanti, e non vedo perchè dobbiate trasformare la fantascienza in realtà.
Anche perchè qui la fascia non è esattamente protetta, ed ancora una volta non fate i maiali, non si tratta di una fascia a favore dei seni.
Vi racconto di un mio risveglio in uno dei tanti alberghi che hanno costellato la mia esistenza.
Ancora mezzo intontito mi accorgo che la suoneria che uso di solito è ben differente. Il suono è cadenzato ma non assomiglia al trilletto classico che mi accoglie ogni mattina (ho avuto anche il periodo di sveglia Bobby McFerrin con la classicissima "Don't worry be happy", ma ho smesso dopo che ad un suo concerto anzichè farmi fare un autografo l'ho preso per il collo dicendogli brutto stronzo, devi smettere di rompere i coglioni di prima mattina).
Tendo meglio l'orecchio. Si tratta di un ansimare di donna. Ho subito controllato il PC per capire se YouPorn non fosse rimasto in loop dalla sera precedente, ma la stanza è immersa nella totale oscurità.
Per altro ora si aggiunge anche un fastidioso mugugno da parte di un uomo. Perchè credetemi, sarà una questione meramente maschilista, ma i vocalizzi femminili possono essere godibili, quelli maschili sono spesso di una tristezza infinita, e sembrano più il frutto di una disastrosa gastrite che non di un sincero godimento.
Ci sono. Sono i tizi della stanza accanto, anche se devo dire che li sento come se fossero accanto a me, non so, sarà la parete in cartongesso, o forse in cartoncartone, fatto sta che sembra abbia fatto l'abbonamento ai canali porno, con il solo difetto che ho solo l'audio. E vorrei protestare sì, vista la qualità del dolby surround mi sarei aspettato anche un full hd.
Finchè lui non spezza i suoi rantoli con una frase d'eccezione:
"Ahò. Quanto me piace scoparte de prima mattina".
Al chè penso che forse Verdone sta girando un film nella stanza adiacente, oppure è una di quelle tante frasi che dette al momento sbagliato ti farebbero venire voglia di smettere seduta stante e regalarti la prima puntata di "Uno Mattina" della storia della tua vita.
Ma lei non si scoraggia, anzi. Ansima sempre più forte, praticamente dietro il mio orecchio, ed è a quel punto che vorrei stringere la mano a lui e dirgli complimenti, tu sì che sai fare felici le donne. E ci si mette persino la mia di sveglia, che comincia a trillare ed io sudo freddo, ho paura di disturbarli e mi ci tuffo su, sperando di non aver compromesso l'esibizione.
Di fatto sembra tutto a posto, si procede sui consueti 200 decibel finchè lei non molla un improvviso e preoccupante "AHIA!".
Lui continua a grugnire, lei si vede che è calata di tono, non è più come prima.
Sospira qualcosa come "Dai, su. Vieni. Vieni ora che c'ho voglia".
E non è godimento. Lo sta proprio implorando.
Ma lui non viene, no. Non è uno di quei poveri eiaculatori precoci, è uno "de marmo", uno di quelli da film porno, capace di durare ore consecutive e con disinvoltura, come chi svolge con assoluta serietà una sessione di Gambe Addominali Glutei.
Finchè non s'accende il dramma.
Lei: Basta amò. Nu ja faccio più. Non so che m'ha preso, ma me fa male.
Lui: Te prego continuamo. Sto arrapato come na scimmia.
Lei: no davero. Me fa troppo male

Ho solo riportato l'inizio di una lunga discussione che ascoltavo accorato, seduto sul letto, ginocchia raccolte sul petto, sguardo fisso sulla parete. Venti minuti di tira e molla dove lui tentava di sedurla di nuovo per riportarla in modalità accoppiamento, e lei si schermiva dicendo che non ce n'era più.

Ed ecco arrivare il finale epocale.
Lui: sai che c'è. Tu non m'ami più
Lei: amò ma che scherzi? Io te amo, te vojo sposà! Che c'entra adesso?

Lui in un impeto ci prova per l'ultima volta, lei si barrica in bagno e chiama la mamma al cellulare.
Il rantolatore pare finalmente calmarsi, e guarda davvero Uno Mattina, forse per la prima volta nella sua vita. Ed io avrei tanto voluto dargli una pacca sulla schiena dicendogli bravo, la ragione l'ha vinta sull'istinto.
Ma di fatto non c'era molto da complimentarsi. L'effetto suocera, si sa, è meglio del bromuro.
Sharing makes you Sexier!

domenica, agosto 02, 2009

Identità collettiva

Nei momenti di crisi generalizzata i paesi forti tirano fuori gli attributi e mostrano la loro vera identità.
E' vero la crisi economica c'è ancora, nonostante i politici smentiscano ("ne siamo fuori, ne siamo usciti indenni") per poi ammettere che ancora il problema serpeggia ("inflazione a zero, mai così da 50 anni", "ci sarà ancora qualche licenziamento, ma lo stato vi aiuterà, almeno a parole", "decrescita del pil, ma non vi preoccupate, promettiamo più pil per tutti").
Insomma situazione non delle più rosee, soprattutto se consideriamo scene non tanto improbabili come quella del banco salumi e della classica massaia:
- Signora, ecco l’etto di crudo.
- Leggo 104 grammi.
- Sì, ma 4 grammi non sono nemmeno una fetta.
- Avevo chiesto un etto.
- Signora sarà una differenza di due centesimi…
- Avevo chiesto un etto (tirando fuori un coltello a serramanico, e roteandolo, occhi di fuori, all’incredulo commesso).

Ma come dicevo possiamo superare questi momenti creando fiducia ed esportando un'identità comune. E l’identità comune a quanto pare si palesa estrinsecamente in tv, in prossimità del TG dell’ora di pranzo.
A quell'ora io sono generalmente fuori casa, e confesso che la mia televisione è spenta da mesi e tenuta quasi come un cimelio da mostrare agli avventori. Ha persino un tubo catodico, che farebbe gridare allo scandalo un forzato della tecnologia (salvo poi ritrovarsi il tubo catodico, laddove la scienza al momento non ha previsto nulla, ma si sa, è agosto e fa caldo, e siamo tutti più nervosi).
Ma ecco che in un giorno qualunque, dove a pranzo posso finalmente mangiare qualcosa di sano tra le accoglienti mura domestiche, riesco a prendere l’importante decisione di entrare in simbiosi con questa identità collettiva, grazie all’uso sapiente di opportuni spot.
Comincia la Marcuzzi, splendida paladina dei colon irritabili, che salva la sua amica dal gonfiore intestinale - "mi sento gonfia così" indicando il salvagente del figlioletto - poi passa qualche giorno e lei zampetta felice in acqua -"sento che il gonfiore è sparito", apre la valvola del salvagente, sfiatandolo del tutto, e facendo capire agli italiani due cose:

1) Grazie al supporto di una delicata metafora, finalmente riesce a scoreggiare in santa pace.
2) Il figlio affogherà senza salvagente nelle acque-idromassaggio a pochi metri dalla madre scorreggiona.

Per levarsi dall’imbarazzo da situazioni di stitichezza e gonfiore il telespettatore viene proiettato pochi istanti dopo nell’esatta situazione opposta. Un po' come i finlandesi che prima stanno in sauna a novanta gradi, e poi si buttano nel mare ghiacciato. Di fatto “quando la diarrea ti sorprende, sorprendila con Imodium”. Immaginatevela questa diarrea che apre la bocca e dice "santo cielo, arriva il signor Imodium :-O". Soprattutto immaginatela su un piatto di pasta al pomodoro, che smetto a questo punto di mangiare.
Lo stomaco si ribella, la prova d'urto è troppo forte.
Quando tutto sembra calmarsi ed un paio di pubblicità d'auto scorrono sul televisore, ricomincio a mangiare e riacquisto il mio colorito originario.
Ma la questione dell'identità è una cosa seria, non può essere sottovalutata.
Ecco allora che una signora distinta si fa portavoce di una serie di donne dall'aspetto sconsolato, sguardo contrito, quasi sull'orlo di una crisi di pianto: tutte donne affette da un fastidiosissimo prurito vaginale. Sì che io ricordavo che i pruriti femminili, per definizione, non erano così fastidiosi, ma evidentemente mi confondo.
Ed anche la mia nausea torna improvvisamente a farsi sentire, ma decido di resistere stoicamente, anche perché a questo punto sento d'essere sempre più fiero della mia italianità.
Fin quando mi sorprende la pubblicità geniale di Tena Lady, che mi mostra un universo del tutto desueto, fatto di trentenni incontinenti e complessate che ammiccano in un ascensore tra di loro quando il problema sembra finalmente risolto. Qualche tempo addietro questi interventi da fini gourmet pubblicitari avevano per protagoniste donne che avevano superato da un pezzo la mezza età ma credo che oramai la questione dell'identità non ha limiti d'età o di sesso: non si è mai troppo giovani per essere vittima di clamorosi tanfi d'urina.
Su questi ragionamenti, forse a causa della mia vivida immaginazione, che proietta in sensazioni tattili-olfattive quanto visto sul "piccolo schermo" vado in bagno e vomito, quasi certo che negli spot a seguire staranno pubblicizzando delle pillole antinausea.
Insomma, italiani! Popolo di cagatori professionisti, scorreggioni, puzzolenti dalle ascelle pezzate, pruriginosi, unitevi!
A me nel frattanto si è dischiuso un nuovo orizzonte.
- Buongiorno signorina. So che non è gentile chiederlo, ma lei quanti anni ha?
- Ma si figuri, trentatrè!
Inconsapevolmente porto le dita al naso e me ne esco con un:
- Ora devo andare, devo disfarmi di un vecchio tubo catodico.
Sharing makes you Sexier!

mercoledì, maggio 27, 2009

Non esistono più le mezze pensioni

E' come svegliarsi una mattina in un mondo imperfetto nella sua perfetta imperfezione.
I sogni del primo mattino vengono turbati dalla presenza di zanzare, e non sono i loro morsi a dare fastidio (soprattutto dato che non s'è mai vista una zanzara aprire la bocca per affondare le fauci nelle tue carni, al più pungerti, ecco) ma quel fastidioso ronzio. Le attività celebrali sono quasi assenti, ma ciò nonostante riesci a dedurre, con un'abile proporzione, che per sentire così spesso e forte quel ronzio, il tuo orecchio dovrebbe costituire l'85% del tuo corpo, o, quando il ronzio si fa quasi persistente, l'85% dell'intera stanza da letto.
Poi t'addormenti di un sonno profondo circa quarantasette secondi prima che suoni la sveglia, che è evidente, s'è autopuntata non appena ha capito che eri entrato in fase R.E.M. giusto per darti il suo personale e perculante "ciao mondo".
Appena alzato, scoprirai dalle parole di un telegiornale televisivo che c'è stato un clamoroso errore, che la giovane amica di Silvio non ha mai fatto nulla con il signore (con la s minuscola non mi tacciate di blasfemia, e comunque vado perdonato se anche il Times confonde palazzo Grazioli con l'aldilà).
Che la moglie ha travisato il senso di una sua frase "Mi piace fare tutto con Letizia". Lei chiederà scusa, dicendo d'aver fatto un errore maiuscolo.
Così dirà il commentatore, che smentirà anche le accuse, le interviste truffaldine, il giornalismo di parte. Di parte sbagliata, quantomeno.
"E' tutta una montatura" poi si correggerà pensando che quelle parole possano suonare volgari "Volevo dire una congiura" dirà ancora il giornalista sicuro di sè, mentre da tergo parte un'incursione di Ratzinger che per non farsi scoprire si è travestito da Paolini con un preservativo nella mano sinistra ed un cartello nella mano destra recante la scritta "Amministratore di Condom mini".
Ed il papa verrà cacciato con rigore tedesco, mentre l'immagine sfuma su un'icona rassicurante del nostro Presidente del Consiglio che dallo spazio infinito guarda la terra con fare sognante, mentre proferisce il motto "meglio terrestre che venereo".
E ci alziamo, ci diciamo di abitare in un paese birichino, ma che in fondo non sarà una relazione picaresca a scuoterci.
E non ci scuoterà neanche la tassa sull'immondizia,l'IRPEF, l'addizionale regionale, provinciale, condominiale, appartamentale e cameradalettale.
Usciremo di casa con il migliore dei nostri sorrisi, e compiremo l'impresa che abbiamo sempre sognato, giusto per spezzare la quotidiana monotonia di gesti ripetuti alla nausea: arriveremo dunque in ufficio facendo tutto il tragitto in retromarcia, tangenziale inclusa, ignorando quella signora che al volante si lamenterà, come sempre usa fare ogni giorno, con un "è un mondo che va al contrario".
Così arriveremo al lavoro, coi condizionatori perennemente rotti, e magari fossero solo loro ad esserlo.
Un paio di colleghi sono oramai delle pozzanghere liquefatte, e biascicano qualcosa a proposito di libri che vorrebbero acquistare al più presto, così da poter sopravvivere all'arsura estiva "Come avere una pausa pranzo di 4 ore e vivere felici" oppure ancora "Come non lasciare che quattro scartoffie da consegnare entro domattina, minino il tuo social networking quotidiano".
Le cose da fare aumentano considerevolmente di numero, qualcuno a intervalli ciclici ci mette del suo, sbrighi una pratica e te ne poggiano tre nuove, rispondi ad una mail e ne arrivano tre nuove, ti trombi la Bellucci, poi ti risvegli per ben tre volte. Tutti fenomeni innaturali da zona industriale.
E tutto prosegue stancamente così per ore, fin quando non sali in macchina per tornare a casa.
Accendi la radio, ed il bollettino locale dice "non entrate in tangenziale. Quindici chilometri di fila potrebbero attendervi" mentre si è appena imboccata la tangenziale e non c'è scampo, se non imparare a memoria la targa dell'individuo che vi precede, o guardare il tipo dietro di te che sorride, ed ogni tanto fa una telefonata, oppure magari la sua batteria era già esaurita da ore, e finge di farlo giusto perchè il suo maestro di ayurveda gliel'ha consigliato per risolvere i problemi di colon irritabile.
E non ci s'aspetti di scamparsela, imboccando qualche uscita mediana della tangenziale. L'esperienza dimostra che non solo proseguirai zigzagando per migliaia di vicoli, nel vano pensiero di accorciare l'inaccorciabile (cit. John Holmes), ma (qualora fossi nello status "relazione stabile") vostra moglie, avvertita imprudentemente da voi stessi di questa variazione stradale, s'intratterrà con l'idraulico per una mezz'ora abbondante in più. E' statistica, non c'è molto da fare (al più ascoltare il bollettino, con le ultime interviste a Noemi, al padre di Noemi, al figlio illegittimo di Noemi, ad un'altra Noemi, insomma a tutta l'arca di Noemi, nessun animale escluso).
Poi torni a casa, ma sei talmente stanco che non riesci distintamente a percepire se sia più conveniente mangiare e coricarsi subito dopo, oppure coricarsi e nutrirsi per via parenterale durante il sonno.
Sull'ultima toeletta ti rendi conto che o c'era qualcosa negli scarichi della zona industriale, oppure la vita ha su di te lo stesso effetto del peyote (sì sono un romantico, le moderne droghe sintetiche non avranno mai il fascino discreto, ad esempio, della leccata del dorso di una rana) in quanto lo specchio riflette un te stesso il cui orecchio sinistro (e sinistro non è parola usata a caso) costituisce davvero circa l'85% del tuo corpo.
Si preannuncia una notte imperfetta nella sua perfetta imperfezione.
Sharing makes you Sexier!

giovedì, aprile 30, 2009

Ristorantopoli. N-esima recensione

Prima della recensione metto su una breve sintesi del come il libro di Chinaski è arrivato fino a casa mia.
Il primo pensiero è: Chinaski è un genio, ha la penna felice (che poi come si fa ad avere una penna felice? Le si comprano regali tecnologici? La si fa andare a prostitute?) e mi fa tanto ridere ma...
Lo troverò in libreria? Il dubbio è lecito per un giovane autore dalla fama non (ancora) consolidata, sicchè pervengo alla conclusione che l'acquisto su IBS sia cosa santa e giusta.
Per altro è pure conveniente, in linea teorica: viene scontato di 2.80 euro sul prezzo di copertina, anche se poi con abile gioco di prestigio devo sommare 3.90 euro di spedizione.
Ma questa è un' altra storia, ed 1 euro (e rotti) non ha mai cambiato la vita a nessuno (tranne se giochi al superenalotto ed hai un deretano grande quanto il ponte sullo stretto di Messina, nonostante questo ponte sia una creatura mitologica e lo si deve immaginare con un po' di bravura, e per altro non immaginarlo con eccessiva intensità onde evitare di farlo crollare).
Verifico che le mie informazioni anagrafiche siano corrette, così come l'indirizzo di spedizione: per semplicità, e per non dare troppi indizi, considerate un indirizzo siffatto "Via Secchio, 50".
La transazione va a buon fine e mi metto in attesa delle 24-48 ore così come indicate dalla mail di IBS.
Dopo circa cinque giorni, ed un silenzio innaturale sulla consegna, mi dirigo direttamente al sito del corriere che traccia un mancato recapito relativo al giorno precedente.
Faccio mente locale. Quel giorno si era tutti in casa, nessuno ha avuto il benchè minimo sospetto che il corriere potesse aver suonato e che nessuno si fosse premurato a rispondere: per l'occasione avevo introdotto nella suoneria del citofono due trombe bitonali corredato da un peto finale da 140 decibel, che avrebbero svegliato anche una salma (e fatto crollare il succitato ponte).
Da qui mi premuro a chiamare il numero verde del corriere:
- Buongiorno signor Ghirigori. Sì, le confermo che ieri il nostro trasportatore non l'ha trovata.
- Mi scusi, ma è francamente impossibile. Io ho tenuto d'assedio il mio citofono, rischiando persino di compromettere i miei padiglioni al suo aerofagico suono.
- Mi spiace, davvero. Qui risulta il tentativo di consegna presso via Secchiello, 50. Provi a chiamare il nostro corriere locale.
- Ma io non sto in via Secchiello! Sto in via Secchio, da sempre!
- Allora avrà sbagliato ad inserire l'anagrafica sul sito del mittente. Provi a chiamare il nostro corriere locale.
- Ma poi voglio dire, a parte il fatto del miracolo di un secchio che magicamente si restringe, mi chiedo come sia possibile che un indirizzo inserito correttamente sul sito, venga trasferito al corriere in forma ridotta.
- ...
- ...L'uso del computer è dunque tutta una finzione? L'indirizzo è stato trasferito a voce da un operatore balbuzionte di IBS, ad un anziano operatore del vostro corriere, e temporaneamente sprovvisto di protesi acustica?
- Mi spiace davvero signor Ghirigori.Provi a chiamare il nostro corriere locale, gliel'avevo già detto?

A quel punto ringrazio, riattacco e chiamo il corriere locale. Ripeto ovviamente tutta la storia.
- Beh, sappia che io sto in via Secchio e non in via Secchiello.
- Ah. Brutta storia.
- Ma sappia anche che Via Secchio e Via Secchiello distano tra di loro per meno di un chilometro. Potrebbe dire al gentile trasportatore di venire in via Secchio?
- Un attimo che chiedo.
.... (seguono 5 minuti di interminabile attesa, in cui provo a non pensare al ponte sullo stretto)
- Mi spiace il trasportatore ha detto che le due vie sono gestite da trasportatori differenti...
- E come posso fare allora?
- Venga a ritirarla domattina in deposito!
- Domattina sarò a Roma, e se non avrò Ristorantopoli il mio progetto finirà male. E l'economia italiana andrà a rotoloni, e lei non vuole finire in una montagna di carta igienica, vero? Non vuole che tutto vada a puttane, giusto?
- Abbia cura di prendere le migliori, almeno...
- ....
- Oppure può smontare casa sua in via Secchio e ricostruirla in via Secchiello, entro la serata..
- ....
- Mi spiace, ma non so come aiutarla di più.
- E se venissi io a quell'indirizzo, e mi facessi trovare lì davanti, proprio davanti al Secchiello?
- Questo si può fare...

Accordo trovato.
Esco di casa a piedi, raggiungo l'indirizzo incriminato a cui corrisponde "Residenza Serena", un piccolo centro per la terza età (anche quarta e quinta ad uno sguardo veloce) ove un paio di simpatici anziani tentano di spacciarsi per presunti nonni chiedendomi una passeggiata alla villa comunale, o di regalar loro una sigaretta di straforo.
Io li dribblo, dico che se vogliono essere miei nonni devono presentare apposita istanza, ed una serie improponibile di certificati, al che tutti cominciano a lamentarsi della solita burocrazia italiana.
Finalmente il corriere arriva, quasi mi lancia sdegnato il pacco dal furgone, blaterando un "avevo chiesto di lei, ma mi hanno detto che non conoscevano nessuno con il suo nome e cognome, lì dentro".
"Non abito più lì da quando son ritornato giovane" ho cercato di rispondere, quando il furgoncino del trasportatore era già a sei isolati da me.

Il libro? Sembra un lungo, lunghissimo post del buon Chinaski. Divertente, davvero, ma come in tanti han già detto, si attende un romanzo completo scritto da quella penna felice (alla mia ho regalato un portapenne in radica, vediamo che succede).
Sharing makes you Sexier!

domenica, marzo 29, 2009

Sui giovani d'oggi...

Ricevo un SMS piuttosto grazioso da un numero a me sconosciuto e che riporto fedelmente onde non intaccarne la poesia.

"Dietro ogni specchio c'è la luce del tuo sorriso riflessa nel mio animo dietro ogni spekkio appare un silenzio di baci kemhai donato e la dolcezza della tua bokka..."

Ammetto d'aver fatto mente locale per capire se davvero vi fosse qualche persona di mia conoscenza, dietro questo dolcissimo messaggio. Poi ho pensato d'aver baciato delle donne sulla bocca, ma mai sulla bokka. Ed inoltre non conosco la tecnica di bacio Kemhai, devo studiare ancora, sono rimasto ahimé fermo al classico bacio alla francese.
Però ecco... Che non mi si dica che io sono il solito detrattore delle nuove generazioni, il solito polemico oscurantista che dice "ai miei tempi non si deturpava l'italiano". Ho voluto persino lasciare uno spiraglio di redenzione, rispondendo al messaggio in questione.

"E dietro il tuo sms, ci sarà qualcuno che non ho registrato sulla rubrica!"

La risposta arriva mezz'ora dopo, all'incirca, con un carico non indifferente di sorpresa e d'emozioni.

"Skusa xla breve poesia di prima gentile amika/o ho digitato male 2nr la dovevo mandar a una raga ke ama riceverle cmq sono un giovanotto di rm e tu?"

.......
Sharing makes you Sexier!

sabato, gennaio 24, 2009

La favola di Edema ed Avo

Quando Dio creò il mondo, decise che esso era piuttosto monotono.
Che sarebbe stato importante che vi fosse qualcuno in grado di commettere minchiate, per farlo ridere nelle domeniche, giorno nel quale notoriamente si riposava.
Fu così che prese una pallottola di fango ed acque reflue e creò Edema. Purtroppo la pallottola gli sfuggì di mano ed Edema venne fuori con un numero considerevole di liquidi interstiziali in corpo.
Dopodichè pensò che Edema ed il suo gonfiore liquido, da soli erano sprecati.
Memore di tutte le sit-com americane che aveva visionato, il buon Dio aveva coniato un brillante detto: "non c'è comico senza spalla". Sicchè prese Edema, le sfilò la spalla e così creò Avo.
"Per MeStesso! L'ho appena creato ed è già vecchio, dovrò esercitarmi maggiormente", disse Dio tra Dio e Dio.
Dopodichè prese queste due simpatiche personcine e le pose in una location che all'AltissimoPurissimoLevissimo parve la migliore di tutte: una grande casa vuota.
"Ecco: questa è la vostra casa. Tutto vi è consentito, meno che accendere la televisione. Accendendola perderete immediatamente il diritto di stare in quest'abitazione accogliente e pluriaccessoriata! E se avete qualcosa da dirmi, nell'ultima stanza a sinistra troverete il Confessionale tramite il quale potrete parlarmi liberamente. Mentre l'ultima a destra è ovviamente il bagno"
I due esplorarono casa e scoprirono una serie di meravigliose meraviglie.
La cucina aveva un frigo di 8 metri per 5 strabordante di ogni bene gastroalimentare. Il bagno aveva un wc dotato di servizio bidet incorporato e maschera di bellezza ano-rettale post-defecazione. Poi c'era una sala divertimenti con un tavolo da biliardo, una piscina e persino un campetto da calcio cinque contro cinque.
Talmente bello che Avo andò in confessionale piangendo e dicendo "Dove cazzo sono gli altri otto?".
E Dio rispose "Spiacente Avo, ma se provassi a creare altri individui, il prossimo mi verrebbe certamente fuori con tre culi, quindi è meglio che mi fermi a voi due, ne va delle vostre funzioni olfattive".
Edema ed Avo si ambientarono e cominciarono ad amare quella casa. E scoprirono i piaceri della tavola, e della carne, e del pesce.
Fin quando accadde l'inaspettato.
Un uomo nano e dal capello posticcio si era intrufolato nella casa.
Dio stesso che monitorava tutta la situazione minuto per minuto trasalì, poichè egli non l'aveva mai creato, nè tantomeno s'era mai lontanamente sognato di crearlo.
Questo tipetto aveva un sorriso a 82 denti e si avvicinava alla coppia con fare amichevole. I due pensarono ad uno scherzo del buon vecchio Dio, ma erano talmente ipnotizzati dai movimenti di quel tale, da non riuscire a raggiungere il confessionale per chiedere lumi.
Fin quando il nanetto non fu prossimo a loro e li salutò in strano modo:
"Cribbio! Buonashera cari Edema ed Avo!".
I due erano ancora vittime di quella ipnosi indotta dalla bianchezza innaturale dell'apparato dentario del nano e non riuscirono a proferir parola.
"Shono qui in mezzo a voi, per portarvi il mio verbo, il sostantivo ed anche il predicato nominale! Cribbio!".
Dio fece una risatina sotto i baffi della sua lunga barba bianca, poi tornò ad essere profondamente preoccupato.
Il nano intanto, con fare sornione, aveva puntato il dito verso un Sony LCD superFlat HD ready da 82 pollici che occupava gran parte di un muro nella casa della coppia.
"Shapete che con quello potreste vedere partite entushiashmanti di calcio con ben 22 giocatori, e gushtarvi degli ottimi pornazzi in ore notturne? Cosha ashpettate?"
Su questa battuta il nano scomparve in una nuvola di zolfo.
Avo fremeva dal desiderio di vedere donne nude anzichè i soliti edemi di Edema. Mentre Edema pensava a quei 22 giocatori di calcio tutti sgambati e muscolosi, ma soprattutto giovani. Entrambi guardarono contemporaneamente il telecomando con fare extra-voglioso e si ci tuffarono insieme. Sul loro goffo tentativo contemporaneo il telecomando si impennò per aria, e cadendo battè sul tasto dell'accensione.
E la televisione si accese sull'immagine di una certa signora De Filippica.
A quel punto si materializzò Dio dicendo:
"Ma dico. Potevate giocare a calcio, nuotare, strafogarvi di ogni possibile cibaria nonchè scopare come ricci... Ed avete preferito la buffa visione di quest'uomo dalla R moscia, e che ama vestirsi da donna?"
Poi aggiunse: "Oh scusate, non posso dire 'scopare come ricci', sostituitela con 'effettuare innumerevoli tentativi di procreazione' "
Ed infine: "E sarete costretti a farvi governare per un numero consistente di anni da quel nano dal capello posticcio ed a sopportarlo finchè morte non lo separi".

"Mi sembra il minimo" disse Avo ad Edema, mentre entrambi lasciavano tristamente la casha.
Sharing makes you Sexier!

lunedì, gennaio 12, 2009

Quanti CEO sono andati a Scuola?

Nell'immenso universo dello Spam possibile c'è sempre qualcosa che porta alla riflessione. Una delle mail che è riuscita a catturare la mia attenzione è quella che porta come subject "How many CEOs Went to School?".
Ossia "Quanti amministratori delegati sono andati a scuola?".
Il concetto è chiaro e lampante ed è riassunto nella prima riga della mail.
"Academic Qualifications available from prestigious NON-ACCREDITED universities".
Cioè detto in soldoni, qualifiche accademiche acquistabili da prestigiose università (NON ACCREDITATE). Il prestigio di tali università è proprio dato del fatto che esse possono dispensare, previo pagamento di cifre considerevoli, dell'ottima carta igienica (non accreditata anch'essa, non venite a cercare carta da culo Scottex, al più Finosoft).
"Are you getting turned down time and time again for the job of your dreams because you just don't have the right letters after your name?"
Non riesci a fare la scalata dei tuoi sogni solo perchè non hai una di quelle stupide siglette?
Beh. Per quello che mi riguarda la soluzione ideale l'ha già scoperta un noto umorista italiano, al secolo Achille Campanile, con la sua soluzione creativa.
Giusto per fare un esempio, io mi presenterei con un biglietto da visita con su scritto "Prof. Dot. Ing.", se poi qualcuno mi dovesse chiedere come sono diventato professore, io risponderei soltanto di essere Prof.essionale.
Ed anche Ing.egnoso. Sul Dot.ato lascerei una certa ambiguità di fondo, soprattutto se nel colloquio ad esaminare è una donna.
"Bachelors, Masters and PhD's available in your field!"
Perfetto, mi dia tre chili di lauree in Scienze della Comunicazione, un dottorato ed un master in "Filologia FotoRomanza".
"No examinations! No classes! No textbooks!"
Non affronti esami, non devi frequentare, non devi acquistare libri di testo, non devi saperne un cazzo di niente.
Se ti arrischi ad avere qualche nozione della laurea che vorresti possedere, non t'azzardare neanche a chiederlo quel foglio imbrattato.

Diventerai ben presto un allegro chirurgo che ausculta il cuore del paziente mettendo lo stetoscopio sui polmoni.
E sarai un ortopedico che crederà che le scapole non sono ossa, ma donne in cerca di uomini (come Facebook millanta da un po' di tempo nella pubblicità in foto).


Oppure diverrai uno straordinario architetto che progetta le case con i cessi sul soffitto, obbligando i clienti a defecazioni antigravitazionali.

Ma la mia idea per entrare nel business non è copiare il modello già usato basato sul concetto "se hai le tasche abbastanza piene, tantissima gente si offre di darti quelle qualifiche che la vita non ha potuto darti solo perchè mentre gli altri studiavano tu eri impegnato a far altro".

Vorrei capovolgere la logica.
Mi piacerebbe consegnare una vita da Amministratore Delegato a chi invece le qualifiche ce le ha, ma sta anni ed anni a fare il passacarte.
Il titolo della mail di spam che manderò a milioni di persone sarà:
"How many engineers became a CEO?"
E pagando una somma consistente ti verrà consegnato un ufficio che neanche i MegaDirettoriGalattici di Fantozziana memoria avrebbero mai concepito: piante tropicali con vera fauna della foresta amazzonica, segretarie condiscendenti e pronte a scene soft-lesbo a richiesta, poltrona idromassaggio con ipod onano incorporato.
Ed a mezza giornata un umile omino che entra dentro il tuo ufficio chiedendoti con riverenza una firma che segna l'avvio di attività di richiamo planetario (come la commercializzazione del gel per i peli pubici) e che esce dall'ufficio con un sottomesso "Signorsì sissignore" con una s sibilante da Gollum in carriera, e che ti ricorda un po' te stesso prima dell'acquisto del pacchetto "CEO.for.Ing".

Questo è puro spirito d'imprenditoria.
Sharing makes you Sexier!