martedì, agosto 23, 2011

L'altra faccia del Social

Dopo recenti discussioni con gente che ha condannato Facebook con veemenza ("Facebook è il demonio", "A causa di Facebook sono arrivato tardi al mio matrimonio", "Facebook mi ha causato la gonorrea") io ho semplicemente commentato che per me si tratta in fondo di un'invenzione tecnologica innovativa, che sfrutta l'immediata connessione tra le persone, peculiare alla Rete delle Reti. Poi sta all'essere umano in ogni sua forma, provare ad usarlo come saggezza suggerirebbe. Gli esempi storici di cattivo utilizzo delle invenzioni sono molteplici: l'energia nucleare adottata per allargare i fianchi dell'industria bellica, l'abuso di farmaci salvavita per togliersi la vita, l'utilizzo dei preservativi per farne dei gavettoni pieni d'urina.
Sta tutto lì, nella testa di chi usa le cose.
La realtà è che un osservatore può trovare spunti davvero divertenti in quello che la gente combina col proprio profilo, come son pure certo che qualcuno potrebbe rimanere urtato da ciò che sto per scrivere.
Ma in fondo lo stesso osservatore attento di cui sopra giudicherà con buona probabilità divertenti persino le reazioni, generando così un vortice d'odio che potrebbe terminare con una coltellata (magari solo virtuale, rimanendo in tema) nella schiena del medesimo osservatore.

Ma andiamo con ordine, e mettiamo giù qualche esempio concreto.

I "fusi" per amore. Si tratta di un fenomeno quasi magico: si parte da due profili separati, generalmente quelli di un uomo e di una donna. Poi lui comincia a cinguettare sul muro di lei, e lei in quello di lui. Compaiono cuoricini ed idiozie che valicano abbondantemente i confini della leggibilità. La cosa progredisce con la foto del profilo che diventa uguale per entrambi i soggetti. Ed infine accade l'irreparabile: la fusione dei profili, dove ti sembrerà di parlare con un'entità mistico-ermafrodita. Senonchè, il risvolto della medaglia è che i due probabilmente si lasceranno da lì ad un po', finendo così con una causa legale per l'affidamento del profilo.
La spunterà lei, che infine cancellerà tutti i post pre-fidanzamento e le ultime 2500 foto in comune, lasciando una sola misera immagine scattata sei anni prima. Ma vediamola in modo positivo: grazie a Facebook avrà ritrovato una seconda gioventù.

I super-citazionisti. Le citazioni generalmente si dividono in due importanti sotto-categorie.
La prima è quella delle citazioni pseudocolte, il 90% delle quali provengono generalmente da tre o quattro personaggi che sembrano fungere da collettore artistico del popolo di facebook: Baricco i cui libri sono stati vivisezionati all'inverosimile, frase per frase. Pur avendo avuto tra le mani due soli libri suoi, posso dire di averli praticamente letti tutti grazie ad un certosino lavoro da risolutore di puzzle; Jim Morrison, a cui per altro attribuiscono ogni sorta di frase, da "La gente è strana quando sei uno straniero" a "Questa è la fine, la mia unica amica" fino a "Qui o si fa l'Italia o si Muore" "Alea iacta est" e "Ava come lava"; Fabio Volo, che pare entrerà, per acclamazione, nelle più recenti edizioni dei libri di filosofia per scuole primarie; o Paulo Coelho, che io adoro chiamare affettuosamente Coelhone, ma vi assicuro che quest'ultima, ascoltata, dà un effetto assolutamente migliore.
La seconda classe di citazioni è invece quella delle frasi senza autore, e che provengono dai profili più disparati ("i mEgliori link della nostra vita", "Fatina ec-citazionista", "Io Cita, tu Tarzan") e che regalano perle di saggezza, riempendo la nostra vita di acume e soprattutto originalità.
Intendo frasi epocali come "AMO RIDERE..E AMO LE PERSONE CHE MI FANNO STAR BENE.....E EVITO KI MI Dà NOIA...". No, davvero, perchè io adoro stare con le persone che mi stanno sulle palle, questo è ovvio; ed al contrario odio KI mi fa rdr.

I compulsivi dei gruppi. Sono persone, talune anche quasi intelligenti, che a causa di un meccanismo maniacale aderiscono ogni giorno a centinaia di gruppi diversi. Più si entra a far parte di gruppi nuovi ed elettrizzanti (?) più grande è la voglia di clickare su "Mi piace". Da "Questa barbabietola da zucchero avrà più fan di Gigi MArzullo" a "Fare la morale ad animali che si accoppiano in pubblico". Questa compulsione è ben visibile a fine giornata quando la persona in questione si presenta con un "A Pippo Baudo piace "Amo farmi un Martini, a meno che non si tratti del cardinale" e altre 130 pagine". Sì, qualora ve lo stiate chiedendo, anche Pippo Baudo è caduto nella trappola compulsiva.

E poi ce ne sono altri, tanti altri, meritevoli d'essere nominati: i maniaci della sovresposizione multimediale; i cambia status a tradimento; i geolocalizzatori selvaggi; i gossippari a tutti i costi, una delle razze più pericolose, quelli che se tu pubblichi una foto accanto ad un albero, ci vedono una relazione sessuale segreta tra te e l'albero (dove quest'ultimo è ovviamente il soggetto attivo).
Ci sarebbe tanto da dire, e sono tante le possibili distorsioni del mezzo, ma per ora mi fermo qui.
Sappiate comunque che vi voglio bene a prescindere (e mollate quel coltello virtuale, please).

PS. Ma le barbabietole da zucchero esistono davvero o sono solo invenzioni dei libri di geografia? Non mi sono iscritto al gruppo per assistere ad una lotta falsata.
Sharing makes you Sexier!

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