domenica, gennaio 23, 2011

100 Giorni ( Post Porno - part II)

Attenzione ancora una volta.
Qui si raggiungono vette "hot", neanche lontanamente paragonabili al più hard dei film hard e persino alle ultime puntate di Annozero.
Siete dunque stati avvertiti.

Del perchè e del come in pieno 2011, quindi undici anni e più all'interno del terzo e chiacchierato millennio, si trovino fulgidi esempi di romantico oscurantismo, questo mi è ignoto.
La pillola mi è stata indorata con una premessa: se lui tiene davvero a lei, allora sarà in grado di aspettare.
Il problema è che lei non consegnerà il proprio straordinario e prezioso organo riproduttivo nel momento in cui si sentirà davvero pronta, ma seguirà piuttosto una legge empirica, "direi tre mesi, anzi se vogliamo essere precisi arrotonderei a 100 giorni" confida alle sue amiche.
E tutto questo in conseguenza di una discutibile legge del mercato universale secondo cui "darla subito lo farà scappare".
Ho grande stima di Rosanna Fratello. Nei dintorni degli anni '70 ammetteva di non essere una santa ma pregava il suo uomo di aspettare la bella stagione prima di concedersi.

Tre mesi sono lunghi da passare
quando l'amore stuzzica il tuo cuore
Ti prego amore mio lasciami stare
se no non ce la faccio ad aspettare

Con la differenza che Rosanna Fratello prendeva di petto il suo uomo dandogli delle scadenze esatte (diciamo che questo è forse l'unico caso nella storia musicale in cui la rima cuore/amore sottintende esclusivamente degli organi genitali, ma questa è un'altra storia). Nel caso più recente, invece l'uomo è vittima di una subdola tattica che probabilmente finirà per renderlo callosamente cieco.
Nella mente di lei non c'è l’intenzione di dettagliare questi tempi probabilmente per non correre il rischio di un’ estenuante contrattazione atta ad anticipare i termini di consegna dell'apparato riproduttivo (con possibili frasi memorabili di lui quali "L'amore stuzzica troppo il mio cuore, ma essendo stanco di abusare da solo del mio cuore, al momento potrei farlo afferrare a qualunque essere animato che mi passi accanto, giusto per la disperazione" oppure "Perdere tre mesi, pur sapendo che nel 2012 il mondo avrà fine è inaccettabile", oppure ancora "Guarda dietro di te, una scimmia con tre teste" provando disperatamente a tirarle giù la gonna in un attimo di distrazione).
Ma supponiamo pure che tutto vada liscio come l'olio, che passino i 100 giorni, e finalmente lei si senta magicamente pron[t]a.
Con tutta quest'attesa s'è nel frattanto creata un'aura magica di ansia da prestazione ove lui avrà fatto di tutto per preparare la serata al meglio. Cena romantica, lume di candela, e poi dei piccoli ceri accesi che attraversano la casa, creando un sentiero luminoso e senza uscite d'emergenza, tra la tavola imbandita ed il letto minuziosamente rifatto.
I due si baciano, e continuano a farlo con gran trasporto seguendo quasi alla cieca il suddetto sentiero, così rischiando che il fuoco non metaforico della loro passione divampi sui loro corpi.
Arrivati in camera, lui sente che non ne può quasi più e si spoglia in meno di due secondi, e senza bisogno di preliminari sfoggia la sua veloce eccitazione.
Sfortunatamente, per quanto rapido e funzionale sia il processo, il risultato finale appare piuttosto modesto. Mi risuona in testa un vecchio discorso tenuto dal mio professore di biologia secondo cui ad un uomo possano bastare 8 centimetri per rendere felice una donna, ma i miei ricordi sono sufficientemente sfocati, e quindi avrebbe potuto riferirsi al rimmel. Fatto sta che la donna deve combattere con due moti interiori: uno che la porta a ridere e irridere quella minuscola, stramba erezione; l'altra è la disperazione d'aver trascorso tanto tempo senza poter verificare la situazione, per guadagnare cosa? Due centimetri e rotti al mese, facendo un conto approssimativo.
Ma si fa coraggio e pensa che in fondo le dimensioni non contano (vallo a spiegare a quei poveri extracomunitari ammassati in dieci miseri metri quadri) e che lui si riprenderà con funambolismi degni del Circo Massimo.
E così il tizio, per procedere al meglio, tira fuori uno strano preservativo nero.
Lei si azzarda a chiedere e lui risponde con voce bassa e finto-sensuale "è al cioccolato, dolcezza".
E, di fatto, quando lui tira fuori il preservativo dalla confezione, tutt'intorno si spande un nostalgico odore da Dolce Forno Harbert che distrae ancora più lei, che per altro comincia a ridere di gusto.
E non solo: non riesce bene a capire se più è la voglia di far sesso, o quella di gustare un cornetto alla nutella al bar preferito.
Lui si sente un po' a disagio, ma come un vero eroe dalla faccia tosta mette su il preservativo, ed il suo fallo diventa nero a tutti gli effetti. A lei viene in testa che non solo quell'azione le ha appena fatto cadere il mito delle dimensioni dell'uomo di colore, ma anche che il nero, ahimé, smagrisce.
Ed è così che dalla prima risata seguono prontamente la seconda e poi anche la terza. Lui sorride imbarazzato dicendo "che stupido sono stato, basta lo butto via!".
E lei, in quella crisi irrefrenabile di riso dice semplicemente "Ma che butti, con tutti i bambini che muoiono di fame".
Ma coraggiosi ci provano ugualmente, lui entra, lei lo fa accomodare giusto per gentilezza, ma dopo tre o quattro spinte pelviche poco convinte, lui scivola fuori e lei si accorge che il nero cappuccio non c’è più.
Scomparso, volatilizzato, di quei fenomeni cui neanche gli agenti Mulder e Scully troverebbero spiegazioni plausibili.
Dopo aver rovistato tra le coperte, nella stanza da letto, e persino sul balcone (non si sa mai al preservativo fosse venuta voglia d’una sana boccata d’aria fresca) lei s’impaurisce e teme, quasi come negli interrogativi inquietanti tanto cari alle giovani lettrici di Cioè, che il preservativo sia ora in circolo negli organi interni magari a bere un succo ACE (o acido) nello stomaco.
Finché nell’ultima auto-esplorazione, il profilattico vien fuori, tutto stropicciato, rassicurando lei, ma non risparmiando lui, troppo umiliato dal fatto che il proprio piccolo non fosse stato in grado di tenersi il berrettino “da grandi”.
Infine lei, con estrema gentilezza farfuglia uno sbrigativo "su, rivestiamoci, oggi è andata così, ma la prossima sarà certamente meglio!".

Ovviamente non ci sarà una prossima volta, pensa lei in macchina sulla via del ritorno a casa, e la cosa che più le duole è che pur trovando un altro possibile partner, diciamo, entro un paio di mesi, e poi aspettando ancora il trascorrere dei cento giorni contrattuali potrà far sesso solo a ridosso della fine del mondo.
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